Elezioni e la "Nostalgia del re dei suidi, il cinghiale di Hammamet"

Elezioni: la corsa a occupare il posto al centro del trogolo.

Mentre la capitale è invasa dai cinghiali, al tavolo della politica si azzuffano rosei porcelli.
Tutti vogliono occupare l’area che fu del re dei suidi (o suini): il cinghiale bianco di Hammamet. Qui, in quella che fu la capitale morale contrapposta a Roma ladrona, Beppe Sala ha scelto Giggino Di Maio. Carlo Calenda grugnisce stizzito e si porta a casa i nani e le ballerine, mantenendo il suo più stretto riserbo sulle future alleanze.
La mangiatoia questa volta sarà ricca: cinque anni senza vera dissidenza, esclusa dalla competizione grazie al Decreto elezioni che impone, a chi non fosse già al trogolo, la raccolta delle firme.

Elezioni: la Francia o la Spagna, purché se magna!

Nelle cene eleganti nel quadrilatero non si parla d’altro: “Stai con Beppe o con Calenda?”. Professionisti di grido che hanno voltato la faccia dall’altra parte davanti alle violazioni dei diritti umani e Costituzionali non si sbilanciano. “Basta che vincano i moderati”. La Francia o la Spagna purché se magna!


La capitale morale ama la stabilità: “La vogliono i mercati!”. Le consulenze per svendere ciò che resta dell’Italia costano care: è un’ottima annata e a Santa e a Courma l’anno prossimo si starà anche meglio del solito, senza la massa di orrendi parvenu.
La vita è bella e alla prima della Scala sei minuti di applausi a Mattarella. Chi lavora per BlackRock gongola: ora è anche in Mediobanca.

Elezioni: tutto deve cambiare perché nulla cambi!

I tempi di Enrico Cuccia sono lontani anni luce: i capitani coraggiosi sono i confindustriali senza industria come Bonomi, quelli della Quarta Rivoluzione Industriale.
No, il vecchio tedesco non fa paura: basta che da Davos non si sposti a Celerina.
In fondo, “Non avrete nulla ma sarete felici” non può valere per la capitale del superfluo. Il milanese sarà sempre elegante, noblesse oblige.
La Borsa, poi, non va così male: orso o toro il broker ci guadagna ed è tutto ciò che conta.
“Chiara Ferragni però critica Beppe”: facce di botox e seni al silicone trovano ingiusta la giovane influencer. Poi un accenno alla figlia di Bazoli: “Che bella coppia, lei e Beppe Sala”.
L’aria condizionata rinfresca i convitati. “Per fortuna non si vedono più i russi, erano così pacchiani!”.
“Sì, ma spendevano”, fa eco un commerciante.
“Non è cambiato nulla, vendiamo ad arabi e cinesi”.


Non è cambiato nulla. Milioni di persone sospese dal lavoro a causa del Green Pass. Centinaia di persone morte a causa del protocollo tachipirina e vigile attesa. Migliaia di reazioni avverse ai vaccini a mRNA. La dissidenza privata di rappresentanza politica con un cavillo. Il culto del dio denaro e il disprezzo per chi non ne ha. La cultura necessariamente di sinistra. Fazio, Gramellini, Saviano e Jovanotti, il carrozzone del kitsch della sinistra. Le nuove maschere di cartapesta: la Segre e la Ferragni.
I maiali che si azzuffano per conquistare il posto al centro del trogolo.
di Alfredo Tocchi, Il Giornale d'Italia