Elezioni, l’ammucchiata del centrosinistra è un fallimentare dejà vu
Enrico Letta, pur di non essere staccato di molti punti dal centrodestra alle prossime elezioni, punta sui mini partiti
Il segretario del Partito Democratico sa bene di perdere alle prossime politiche del 25 settembre, non ha carisma, sta raccogliendo le briciole partitiche da sinistra al centro, e tutto ciò non lo rende credibile; idem il partito che guida. Se il centrodestra è unito ma senza ancora un programma chiaro, la sinistra oltre a non avere nulla di scritto, sulla carta non esiste ancora come soggetto.
A sinistra, si parla di ammucchiate senza logica, dal Pd ad Azione, da Italia Viva a Sinistra Italiana, dal Psi fino ai radicali e ai grillini; i votanti hanno già visto questa scena, con L’Unione di Romano Prodi, esperienza fallimentare durata poco più di un anno. La domanda sorge spontanea: quale leader di partito accetterebbe di fare un’ammucchiata perdente già in partenza? Pensandoci bene, la sinistra è capace di tutto, viste persone autoreferenziali come il professor Enrico Letta e il borioso Matteo Renzi. Pensare di votare personaggi vicini alle cooperative, che alzeranno le tasse, parleranno solo d’integrazione, Ius Soli (culturae e scholae) e situazioni che non salvano certamente il paese dal baratro economico e sociale, è da pazzi scatenati.
Il “pretino” Enrico Letta è riuscito già ad imbarcare i socialisti, che valgono lo “zero virgola” ma pretenderanno seggi, e Articolo1, così l’odiato Roberto Speranza, che voteranno in sei, avrà certamente il sederino seduto sullo scranno. Pur di non sparire, siamo certi che anche Italia Viva di Matteo Renzi, fermo al 2% nei sondaggi, Azione-+Europa, al 4%, e un pezzo dei grillini, ormai giustamente al minimo storico e superati da una rediviva Forza Italia, s’imbarcheranno in questo brutto viaggio, che li porterà a prendere una tranvata epocale e a fare l’ennesima figuraccia.
La sinistra, malconcia ora e distrutta al 25 settembre, avrà come faro l’astensionismo (che sarà intorno al 50%), visto che gli elettori “duri e puri” provengono proprio da sinistra, quella vera e non cattodem radical chic.