Governo, Draghi pronto a restare in caso di resa di Conte e Salvini, per poi puntare al Colle

Mario Draghi starebbe per sciogliere positivamente la riserva: resterà al governo ma a due condizioni. La prima è che il partito di Giuseppe Conte venga ulteriormente depotenziato in modo da renderlo totalmente innocuo e irrilevante e l'altra, non meno importante, è che Salvini accetti di buon grado di continuare con il governo Draghi senza fare troppe storie in futuro

Il presidente del Consiglio Mario Draghi stamattina si è recato al Quirinale. Il colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si inserisce nell'ambito dei "contatti interlocutori" che, dopo l'apertura della crisi di Governo, si stanno susseguendo a livello politico e istituzionale anche perchè è stato lo stesso capo dello Stato, la scorsa settimana, a chiedere al premier un passaggio alle Camere dopo aver respinto le sue dimissioni arrivate in seguito allo strappo M5s sul dl aiuti. Nel colloquio, viene fatto notare da fonti qualificate, sicuramente il presidente del Consiglio avrà informato Mattarella del suo viaggio in Algeria, da dove è rientrato ieri. Il tema energia è una delle questioni più urgenti in queste ore anche nell'agenda politica e istituzionale italiana. Draghi avrà riferito al capo dello Stato delle intese siglate ieri ad Algeri. Il premier, che stamane ha incontrato anche il segretario Pd Enrico Letta, dopo 'la tappa' al Quirinale è rientrato a Palazzo Chigi.

Governo, Draghi pronto a restare in caso di resa di Conte e Salvini, per poi puntare al Colle

Secondo fonti molto bene informate, Mario Draghi starebbe per sciogliere positivamente la riserva: resterà al governo ma a due condizioni. La prima è che il partito di Giuseppe Conte venga ulteriormente depotenziato in modo da renderlo totalmente innocuo e irrilevante (si parla di una fuga di almeno 15 deputati e 5 senatori) e l'altra, non meno importante, è che Salvini accetti di buon grado di continuare con il governo Draghi senza fare troppe storie in futuro (bye bye Papeete a settembre). A Salvini ci ha già pensato Silvio Berlusconi (ieri ha parlato con Draghi) che lo ha convinto a non chiedere più elezioni anticipate altrimenti "regaleremmo il centrodestra a Giorgia Meloni". Quindi il centrodestra di governo preferisce andare avanti con Mario Draghi piuttosto che legarsi mani e piedi a Giorgia Meloni che con la vittoria elettorale si troverebbe a dare le carte per il prossimo governo.

Insomma, queste due condizioni unite alle forti pressioni internazionali piovute anche sulla scrivania di Sergio Mattarella starebbero portando in queste ore Mario Draghi a decidere per una sua prosecuzione dell'attività di governo. Ma tutto sommato anche in caso di elezioni anticipate le cose non andrebbero poi così male per l'ex Presidente Bce: "Si fanno le elezioni e vince il centrodestra" ragionano nei palazzi del potere capitolini. "Vince ma il paese ha bisogno di “coprirsi” a livello internazionale. E c'è soltanto un modo per farlo: forzando Mattarella ad andarsene dopo aver eletto il nuovo parlamento e portando Mario Draghi al Colle". Che poi è il vero e unico "sogno" di super Mario. Non per niente Sergio Mattarella è pronto a “strapazzare” chi fa le bizze. Premier compreso.