Draghi non molla e Mattarella per convincerlo punta tutto sui poteri forti internazionali

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, renderà comunicazioni alle Camere con voto fiduciario con chiama. È quanto emerso dalla Conferenza dei capigruppo della Camera, che tornerà a riunirsi domani, alle 16.30, per stabilire tempi e modalità del dibattito, alla luce delle decisioni che verranno prese Senato. Draghi infatti dovrebbe riferire inizialmente a Palazzo Madama, secondo la prassi in base alla quale le comunicazioni vengono rese nel ramo del Parlamento dove il Governo ha ottenuto la prima volta la fiducia e dove si sono manifestate le condizioni che hanno portato all’apertura della crisi. Successivamente il premier depositerà il testo del discorso alla Camera.

La scelta definitiva dell’Assemblea dove inizierà il dibattito arriverà dopo una consultazione tra i presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, e della Camera, Roberto Fico, visto che durante la Capigruppo M5S e Pd, trovando la contrarietà del centrodestra, hanno chiesto che Draghi si recasse in primo luogo a Montecitorio, dove si sarebbero manifestati i primi segnali di crisi per la decisione del Movimento 5 stelle di non partecipare alla votazione finale sul Dl Aiuti. Insomma di fatto mercoledì lo scontro finale è già programmato. Ora bisogna attendere solo l'esito.

Lo scenario che si va prefigurando però non è dei migliori: Mario Draghi, oggi all'estero, non ha cambiato idea. Questo è quello che fitta stamattina dai più stretti collaboratori del premier. Anche al Quirinale non sprizzano ottimismo anche se fino alla fine faranno tutto il possibile per cercare di trattenere Mario Draghi a palazzo Chigi: Mattarella conta soprattutto sulle pressioni internazionali che sono piovute copiose sulla sua scrivania oltre che su quella di Mario Draghi. Già, perché la notizia è che Bruxelles e Washington non hanno mandato messaggi soltanto all'ex presidente Bce ma anche direttamente al Capo dello stato. Insomma, al colle confidano più su questo che non sulla reale volontà dei partiti di riuscire a convincere Mario Draghi. Riusciranno i poteri forti internazionali a fare il miracolo?