Dimissioni Draghi, Di Maio accusa: "Conte ha causato la crisi dell'Italia"
Ma dal Movimento 5 Stelle nessun "mea culpa"
Draghi "ha dimostrato di essere di parola, il Cdm ha preso atto di una situazione gravissima, lo vedremo da domani sullo spread e sulle borse. Ora rischiamo di andare in esercizio provvisorio, questo vuol dire non avere un governo". Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ospite di Speciale Tg1, dopo l'annuncio delle dimissioni da parte del premier Mario Draghi, dimissioni poi respinte dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Dimissioni Draghi, Di Maio: "Conte ha causato crisi dell'Italia"
"Conte - ha aggiunto - ha causato la crisi dell'Italia, un po' coscientemente, un po' no". "Credo che si stesse pianificando questa crisi da tempo, io lo chiamo il partito di Conte perché quello non è più il Movimento" ha detto Di Maio. E "tanti parlamentari del partito di Conte non la pensano come Conte".
"Spero che da domani, non da mercoledì, ci sia un atto di maturità da parte delle forze politiche, il vero tema non sono le elezioni, ma il Paese" ha sottolineato il ministro degli Esteri, spiegando di voler rivolgere un appello "di maturità a tutte le forze politiche, anche al partito di Conte".
Crisi di Governo: nessun "mea culpa" dai 5 Stelle
Nel frattempo, il Consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle, riunitosi ieri sera, non ha deciso nulla e verrà aggiornato nella giornata di venerdì 15 luglio. Al momento bocche cucite ma, come riferisce l'Agi, nella riunione non si sarebbe respirata affatto l'aria di un mea culpa. "Ci siamo confrontati e ci siamo aggiornati a domani", si è limitato a dire Giuseppe Conte intercettato dai cronisti.
Nessun senso di colpa, nessun ripensamento. Nulla di tutto ciò di fronte alla travagliata situazione che ha provocato il non voto dei grillini al Senato. "Alla fine è come se avessero chiesto a Forza Italia di votare una legge che approvasse la patrimoniale", si giustifica una fonte di primo livello.
Dagli ambienti del M5S viene infatti rivendicata la linea dura a Palazzo Madama, imputando agli alleati di governo la colpa di non aver accolto e preso in considerazione le proposte avanzate dai grillini: "Devono sentirsi loro in colpa per aver respinto ogni proposta di una forza che fa parte della maggioranza. No al superbonus, e rivediamo il reddito di cittadinanza...". E poi "la goccia che ha fatto traboccare il vaso" è stata la presenza della norma che getta le basi per la realizzazione del termovalorizzatore a Roma tanto contestata dai 5 Stelle.
In caso di una nuova fiducia al governo Draghi c'è l'incognita della posizione del Movimento, che continua ad attendere risposte da Draghi in merito all'elenco delle priorità poste da Giuseppe Conte sul tavolo di Palazzo Chigi. "Un ricatto? Nemmeno a parlarne", tagliano corto da M5S.