Ius scholae, oggi il voto alla Camera: il centrodestra è diviso
Lega e Fratelli d'Italia voteranno no, mentre Forza Italia è spaccata in due. Centrosinistra compatto: "Finalmente si va in aula a votare lo Ius scholae"
Oggi il voto alla Camera sullo Ius scholae: ma mentre il centrosinistra si presenta compatto, lo stesso non si può dire del centrodestra. L'Aula è pronta a discutere sulla proposta di legge sulla cittadinanza per i figli degli immigrati. Lo Ius scholae punta a riconoscere a circa un milione di bambini e ragazzi con meno di 18 anni - se nati in Italia o arrivati entro i 12 anni - la possibilità di richiedere la cittadinanza italiana dopo aver frequentato "almeno 5 anni di scuola" nel nostro Paese. A fare richiesta dovranno essere i genitori.
Ius scholae, oggi il voto alla Camera: il centrodestra è diviso
Lo Ius scholae per i ragazzi che non hanno ancora raggiunto la maggiore età mette d'accordo tutto il centrosinistra, ma divide il centrodestra. Ieri, martedì 28 giugno 2022, durante il voto della commissione Affari costituzionali che ha approvato il mandato al relatore Giuseppe Brescia, la Lega di Matteo Salvini ha votato contro il provvedimento. Lo stesso ha fatto il parftito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia. Invece Forza Italia si è mostrata spaccata. Da una parte Annagrazia Calabria ha votato contro, dall'altra Renata Polverini ha votato a favore.
Secondo il leader del Carroccio, la cittadinanza italiana "non è un biglietto a premi" e "si decide a 18 anni". Secondo Fdi lo Ius scholae non è altro chi "uno ius soli mascherato". Poi Emanuele Prisco e Augusta Montaruli, deputati del partito della Melonu, affermano: "Nel testo unico Pd-M5s la manifestazione di volontà è dei genitori stranieri e non dei ragazzi, il minore non è neppure ascoltato o considerato, ma diventa uno strumento per un lasciapassare alla cittadinanza facile".
"Siamo riusciti, nonostante le difficoltà e l'ostruzionismo di Lega e FdI, a fare un importante passo avanti. La strada è ancora lunga, ma la direzione è quella giusta", afferma invece dall'ala opposta il deputato democratico Matteo Mauri, responsabile Pd per le politiche sulla cittadinanza. Giuseppe Brescia, del Movimento 5 stelle, sostiene: "Finalmente si va in aula, davanti a tutti gli italiani, per iniziare a saldare un debito con migliaia di ragazzi che si sentono italiani, ma che non sono riconosciuti come tali dallo Stato".