Draghi in Israele "alla ricerca del gas": siglato accordo Europa, Israele ed Egitto

Draghi in Israele non per la pace con Putin, ma per il gasdotto della pace. Nessun dietrofront per i corridoi del grano. La Cmmissione Europea firma accordo trilaterale con Israele ed Egitto per la realizzazione dell'EastMed, Von der Leyen oggi al Cairo

L'approccio di Mario Draghi al conflitto internazionale in Ucraina è stato quello di guidare e fomentare le sanzioni, sanzioni che proprio ieri hanno impedito alla Gazprom di attuare la manutenzione sul gasdotto implicato nella fornitura europea a causa della mancanza di componentistica che avrebbe dovuto rifornire l'azienda tedesca Siemens. La lettura di un Draghi pronto ad aprire i tavoli delle trattative era veramente difficile da credere e così, sbugiardato dai giornali di mezzo mondo, oggi racconta dell'accordo con Israele per un gasdotto della pace riconfermando quanto scritto da Bloomberg.

Draghi in Israele "alla ricerca del gas"

Non che Draghi avesse mentito sul suo viaggio in Israele, ma la stampa nazionale italiana preferiva dare risalto alla volontà di istituire nuovamente i tavoli delle trattative, una sorta di volontà da parte di Mario Draghi di convincere il premier israeliano a riaprire i negoziati iniziali. Nella mente di Draghi invece c'era l'EstMade, un progetto di gasdotto, oggi battezzato "gasdotto della pace", che ha tempi troppo lunghi per la sua realizzazione ma che potrà, un giorno, erogare gas tra Israele ed Egitto costeggiando così il Mediterraneo e lambendo le coste europee.

Nessun tavolo della trattativa dunque, nessun dietrofront dopo aver visto la sfilata delle navi russe in favore dei corridoi del grano verso il Nord Africa. Era già tutto previsto nella mente del premier italiano e di Ursula von der Leyen che, dopo l'incontro con Bennet, siglano un accordo trilaterale tra Commissione Europea, Israele ed Egitto. Si tratta dei paesi che riforniscono maggiormente l'Europa di metano, risorsa che proprio nelle ultime ore ha subito ulteriori rincari nonostante il taglio delle accise voluto dal governo.

Draghi in Israele "alla ricerca del gas": l'accordo ci salverà?

Per la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen si tratta di un accordo storico, posizione riconfermata anche da Karine Elharrar, "si tratta di un impegno a condividere il gas con l'Europa aiutandola a diversificare le sue fonti energetiche".

Oggi Ursula von der Leyen si trova al Cairo, il paese in cui il gas verrà liquefatto e poi rigassificato nell'Unione Europea. Si tratta dunque di una risorsa ottenibile in tempi più brevi rispetto al gas del Nigal, altro accordo in cui l'Italia è stata coinvolta per la realizzazione di un gasdotto che procede per 4000 km all'interno dell'Africa sahariana e in territori di guerriglia e faide locali.

Ma ché implicazioni ha per l'Italia tutto questo? Sicuramente se Draghi fosse andato davvero per convincere il premier israeliano ad istituire un tavolo di trattativa per la pace con Vladimir Putin, probabilmente l'Italia ci avrebbe guadagnato di più. E invece oggi Gazprom è costretta a tagliare le forniture perché manca la componentistica per la manutenzione con relativo e fisiologico ulteriore incremento dei prezzi. Ma ciò avrebbe dovuto implicare che Draghi fosse ritornato sulla questione delle sanzioni così da garantire il normale rifornimento di energia all'eurozona perché, come abbiamo visto, le sanzioni segnano definitivamente dopo la giornata di ieri un autogol.  E forse l'orgoglio per fare ciò manca. Meglio sognare siglando un accordo trilaterale con Israele ed Egitto per i tempi che verranno, chissà quando.

di Maria Melania Barone