Giustizia colabrodo, due italiani su tre non si fidano della magistratura: nemmeno i grillini

I dati sconfortanti del rapporto Eurispes mostrano in modo evidente lo scollamento tra il potere giudiziario e i cittadini: uno su quattro rinuncia persino alla denuncia

La giustizia in Italia è un vero e proprio colabrodo: due italiani su tre non si fidano della magistratura. I dati del 34esimo Rapporto Italia di Eurispes, illustrati dal Giornale, mostrano in maniera inequivocabile che c'è uno scollamento profondo tra potere giudiziario e cittadini. Se si allarga la visuale alla politica, le cose non vanno meglio, anzi: basti pensare alle ultime elezioni amministrative che hanno fatto segnare la percentuale record di astensionismo. Oppure osservare che per un'altra volta in questa legislatura la classe dirigente italiana non si è assunta la responsabilità di guidare il Paese, anche attraverso passaggi dolorosi, è collassata su se stessa e c'è stato bisogno dell'ennesimo intervento della personalità tecnica, non eletta da nessuno, in questo caso Mario Draghi. Il quadro del sistema Paese, insomma, è davvero desolante. 

Giustizia colabrodo, due italiani su tre non si fidano della magistratura

Tornando alla crisi profonda della nostra magistratura, il 65,9% degli italiani intervistati dichiara di non avere fiducia nell'amministrazione della giustizia. Di questi due terzi, poco meno della metà, il 45,3%, è disposto a concedere un leggero credito ai giudici mentre il 20,6% è radicalmente scettico. I motivi di questa disillusione sono molteplici. Il primo, come prevedibile, è la lentezza dei processi.

Il problema annoso viene contestato all'Italia anche dalle istituzioni europee e le diverse riforme entrate in vigore o annunciate a parole nel corso degli anni non sono state in grado di debellarlo. Un italiano su tre, il 34,1%, guarda ai tribunali con diffidenza proprio per i tempi biblici che caratterizzano le loro decisioni. Ancora più grave la critica mossa dal 19,8% di questi scettici, ossia la sensazione che non tutti siano uguali davanti alla legge. La contestazione corrode alla base l'essenza stessa del ruolo del giudice, che dovrebbe essere la figura imparziale per eccellenza. 

Reati calano solo in apparenza: un italiano su quattro non denuncia 

Un altra fetta di intervistati, il 13,6%, ritiene addirittura che non ci sia la certezza della pena. La maggioranza del campione statistico preso in esame, inoltre, pensa che i giudici agiscano su condizionamento dell'appartenenza politica. Ha questa convinzione il 57,8% degli italiani intervistati. A sorpresa, gli scettici sono in maggioranza anche nel partito italiano più giustizialista, il Movimento 5 Stelle: il 69,7% dei suoi elettori ritengono che l'amministrazione della giustizia non sia all'altezza.

Molto preoccupante anche un altro dato, legato al problema della diffidenza nei confronti del sistema giudiziario: più di un italiano su quattro (il 27,3%) non denuncia gli illeciti subiti o di cui è a conoscenza perché l'iter giudiziario è pieno di ostacoli o perché è troppo oneroso o ancora perché vi rinuncia in partenza sulla base proprio della sfiducia. Un dato che quindi porta a sottostimare i reati complessivi compiuti in Italia ogni anno.