Draghi e Conte mai così lontani: dal Superbonus all'inceneritore, il governo scricchiola
In pochi giorni il premier ha attaccato un tema identitario del Movimento 5 Stelle, l'ambientalismo: per questo Conte ha reagito e ora minaccia la crisi di governo
Draghi e Conte mai così lontani: dal Superbonus all'inceneritore, il governo scricchiola. I due non sono mai stati amici, né tantomeno si sono mai amati ma da febbraio 2021, quando Mario Draghi ha raccolto il testimone e la campanella da Giuseppe Conte come capo del governo, i rapporti non erano mai stati così tesi come oggi. L'ex governatore della Bce, con i consueti modi secchi e asciutti, ha attaccato frontalmente il Movimento 5 Stelle su uno dei suoi temi fondanti, la sensibilità ecologista. Non a caso Beppe Grillo giustificò più di un anno fa l'ingresso dei grillini nel governo di unità nazionale con la creazione del ministero della Transizione ecologica guidato da Roberto Cingolani. E Conte ha reagito tornando alla vis polemica delle origini.
Draghi e Conte lontani: dal Superbonus all'inceneritore governo scricchiola
Il presidente del Movimento non ha potuto ignorare l'attacco diretto al Superbonus, che Draghi ha scelto di fare addirittura in un consesso internazionale, la plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo: davanti ai (pochi) parlamentari europei presenti Draghi ha dichiarato di "non essere d'accordo" con la misura: "I prezzi degli investimenti necessari per le ristrutturazione sono più che triplicati perché il Superbonus 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo", ha spiegato.
I costi schizzano verso l'alto, ricadendo interamente sui bilanci dello Stato. Ma l'altro problema, forse ancora maggiore, sono le frodi : il ministro-ombra del premier Daniele Franco, a capo del dicastero dell'Economia, mesi fa si spinse addirittura a dire che "intorno al Superbonus è stata organizzata la più grande truffa della storia della Repubblica". Conte si è sentito messo all'angolo e ha reagito chiedendosi se non ci sia qualcuno che voglia il Movimento "fuori dal governo".
Sostegni e politica internazionale: i nodi dell'esecutivo
Ma il Superbonus è solo l'ultimo capitolo di un deterioramento forse irrecuperabile del rapporto tra i due. Poche ore prima, in cdm, si era consumato un altro strappo: sulla carta lo stanziamento di 14 miliardi nel decreto aiuti per le famiglie e le imprese italiane avrebbe dovuto soddisfare i 5 Stelle, che più di tutti hanno insistito per i sostegni. Ma l'inserimento della norma sull'inceneritore a Roma ha costretto la delegazione governativa ad astenersi sul provvedimento e Conte ha parlato di "gravissima mancanza di rispetto".
A dividere i due anche la politica internazionale. Il leader del Movimento è convinto che Draghi sia troppo appiattito sulla linea filo-atlantista di Joe Biden, vorrebbe che l'Italia si ritagliasse un ruolo da protagonista come mediatrice e ha più volte fatto capire di non volere l'invio di armi pesanti all'Ucraina. Tema sul quale si registra una convergenza con Matteo Salvini e la Lega, che sa di ritorno ai sapori gialloverdi del passato. Sono proprio loro i capi delle due forze più centrifughe dall'esecutivo, che non è mai apparso così debole come ora.