Utero in affitto "in Italia reato universale": approvato testo base alla Camera

In Commissione Giustizia alla Camera sì al testo voluto da Fratelli d'Italia che prevede che la pratica sia reato anche se viene commesso all'estero e non in Italia

L'utero in affitto "in Italia reato universale": è stato approvato il testo base della proposta di legge alla Camera. Il percorso verso il riconoscimento della pratica dell'utero in affitto come reato universale, quindi punibile in Italia anche se l'atto è stato commesso all'estero, è un po' più vicino. È stato approvato dalla Commissione Giustizia della Camera il testo base della proposta di legge e ad avere la meglio è stata la proposta di Fratelli d'Italia e in particolare della sua leader, Giorgia Meloni. Abbinato anche il testo che porta il nome dell'attuale ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna. A breve verrà fissato il termine per la presentazione degli emendamenti. Soddisfatti i partiti di centrodestra ma c'è chi protesta. 

Utero in affitto "reato universale": ok testo base alla Camera

La pratica dell'utero in affitto è una delle tipologie di procreazione assistita in cui una donna accetta di portare avanti la gravidanza per conto di una persona o di una coppia, che saranno poi il o i genitori del bambino. In Italia la pratica è già considerata un reato dal 2006: è punita con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro. 

La nuova proposta punta a renderlo un reato "universale", quindi punibile dal nostro Paese anche se commesso in un altro Stato, a prescindere se quest'ultimo lo consideri o meno un reato. Una volontà politica che ha pochi precedenti e che per alcuni è senza fondamento dal punto di vista del diritto internazionale. "La maternità surrogata è una pratica che trasforma la vita in una merce e umilia la dignità delle donne: siamo stati i primi a sostenerlo in Parlamento e siamo felici che oggi questa sia diventata una battaglia condivisa anche da altre forze politiche", commenta soddisfatta Meloni.

Le reazioni dopo l'approvazione del testo in Commissione

Le fa eco la ministra Carfagna, che ha dato il nome al testo abbinato: "A chi dice che questa norma è discriminatoria verso la comunità Lgbt ricordo che la gravidanza non è una merce e i corpi delle donne, come quelli di chiunque altro, non sono oggetti di libero utilizzo: chiunque li riduca a tali, omosessuale o eterosessuale che sia, deve sapere che la legge italiana lo sanzionerà, ovunque abbia commesso il suo reato". 

Non tutti gli esponenti del centrodestra, però, sono a favore del provvedimento. Elio Vito, deputato di Forza Italia anche se da tempo su posizioni critiche nei confronti degli altri partiti della coalizione, nonché di formazione radicale, definisce la decisione su Twitter "una pretesa discriminatoria, antigiuridica, illiberale". Filomena Gallo, segretario nazionale dell'Associazione Luca Coscioni, appartenente alla galassia dei Radicali, contesta i presupposti giuridici della norma: "Un fatto, per essere considerato reato e quindi essere punibile in Italia se commesso all'estero, deve necessariamente essere reato nel Paese straniero dove lo stesso è commesso", le sue parole.