Riforma della giustizia, un pericolo per la magistratura secondo Di Matteo
Il consigliere del CSM solleva numerose polemiche sul contenuto dell’accordo siglato dalla maggioranza
La riforma della giustizia promossa dalla ministra Marta Cartabia rappresenta una minaccia per l’indipendenza del CSM. L’allarme è stato lanciato da Nino Di Matteo che critica aspramente l’iniziativa promossa dal governo.
Le ragioni del dissenso che infiammano la polemica
Secondo il consigliere del CSM questa riforma costituisce una vera e propria rappresaglia contro l’indipendenza della magistratura. Un segnale da non sottovalutare che si inserisce in un contesto di riorganizzazione e rinnovamento di tutto il settore.
Di Matteo teme un’escalation destinata a scatenare un regolamento di conti tra governo e magistrati. La riforma Cartabia rappresenta una minaccia per l’organo statale che gode di alcune prerogative sancite dalla costituzione italiana.
La proposta di legge è stata accolta con favore dalla maggioranza che ha raggiunto un accordo sul ritiro di alcune norme. Nel frattempo Italia Viva ha reso noto la volontà di votare alcune proposte aggiuntive. La Lega, invece, annuncia di non voler offrire nessuna garanzia sugli emendamenti che costituiscono dei temi per il referendum previsto per il 12 giugno.
La ministra Marta Cartabia promuove la sua iniziativa, mentre il Movimento 5 Stelle pone un freno alla sua approvazione. I pentastellati richiedono un doveroso chiarimento sull’indirizzo politico intrapreso dalla riforma della giustizia. Il nodo principale della discordia riguarda il sorteggio che determina l’elezione dei membri del CSM. Questo passaggio fondamentale è stato soppresso per essere impiegato esclusivamente per la selezione dei collegi elettorali.
Di Matteo critica queste norme concepite per ridurre l’influsso delle correnti interne e il peso dei capi che selezionano i candidati. Anche le nuove disposizioni che riguardano le prestazioni dei magistrati e la separazione delle carriere sono ritenute del tutto inutili perché corrispondo ad un disegno concepito per sminuire e intaccare la professionalità dei pm.
La burocratizzazione del settore può influire negativamente perché aumenta il rischio per i magistrati di pericolose influenze provenienti dall’esterno. Un vincolo dannoso per tutto il sistema nato per garantire una giustizia equa e garantista. Questo passo indietro è la principale minaccia segnalata dal consigliere del CSM che auspica una revisione del contenuto in tempi brevi.