Conte al Colle da Mattarella: "Chi ha votato no al dl Ucraina fuori dal Movimento"
Nel colloquio il leader dei pentastellati ha "rappresentato la difficoltà del Paese che sta soffrendo". Nel pomeriggio la stoccata agli alleati del Pd: "Non siamo una succursale"
Giuseppe Conte è salito al Colle per incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e all'uscita dal Quirinale ha dichiarato che chi ha votato contro il dl Ucraina non fa più parte del Movimento 5 Stelle. "Su questo decreto la linea è stata subito chiara. Siamo stati favorevoli alle sanzioni e con maggior sofferenza agli aiuti militari. Chi ha votato contro la fiducia a questo decreto è fuori dal Movimento". L'incontro è durato un'ora e secondo fonti vicine al capo dello Stato si sarebbe svolto "in un clima disteso e costruttivo". I due avevano avuto un colloquio telefonico già ieri per parlare del tema politico di questi giorni, le spese per la Difesa. "Ho rappresentato al presidente della Repubblica la situazione del Paese, che sta soffrendo ed è in grande difficoltà", ha aggiunto Conte, che nel pomeriggio aveva lanciato una stoccata agli alleati del Partito Democratico: "Non siamo la succursale di nessuno", le sue parole in una lunga diretta Instagram.
Conte al Colle dal presidente Mattarella
In una diretta Instagram poco prima di salire al Colle, Conte ha rassicurato sulle sorti dell'esecutivo ma anche lanciato un messaggio forte agli altri partiti, in particolare al Partito democratico, ex alleato dei pentastellati quando a palazzo Chigi c'era lui. "Non intendiamo uscire dal governo", le parole di Conte, che poi ha proseguito: "vogliamo il rispetto a partire da tutte le altre forze politiche".
Quanto al partito di Enrico Letta, l'alleanza "va avanti da tempo, abbiamo lavorato insieme e sperimentato un pacchetto importante di riforme". Ma questo rapporto privilegiato non basta: "È chiaro però che io pretendo rispetto e dignità. Non posso accettare accuse di irresponsabilità. Non funziona così: non siamo la succursale di un'altra forza politica, non siamo succedanei di qualcuno", ha messo in chiaro il neo-riconfermato leader del Movimento, tuttora la forza di maggioranza relativa in Parlamento.
Conte e la stoccata al Pd: "No vostra succursale"
Il tema caldo non può non essere quello degli investimenti per la Difesa. Proprio oggi al Senato è arrivato il via libera al "decreto legge Ucraina", col sì anche dei senatori grillini. Ma la questione del riarmo è destinata a far discutere ancora nei prossimi giorni, a cominciare dagli impegni che su questo potrebbero essere abbozzati nel Documento di economia e finanza da impostare ad inizio aprile. Il premier Draghi ha provato a gettare benzina sul fuoco rivolgendosi in conferenza stampa alla stampa estera: "Nel Def non è prevista alcuna indicazione specifica di spese militari. L'obiettivo del 2% è qualcosa verso cui tendere con continuità e realismo".
Conte però ha rivendicato, sempre su Instagram, la legittimità della battaglia politica portata avanti: "Stiamo subendo varie accuse di essere irresponsabili, di volere una crisi di governo e di far perdere credibilità all'Italia a livello internazionale: sono accuse molto gravi e nascono dal fatto che noi vogliamo chiarire un passaggio fondamentale sugli investimenti militari nel quadro della Nato . Accusarci di una crisi di governo è un ricatto", ha rilanciato.