Il deputato M5s Giuseppe D'Ippolito è stato rinviato a giudizio per frode processuale

L'avvocato dovrà presentarsi il 26 maggio dinanzi al Tribunale di Lamezia Terme dopo essere stato accusato di diffamazione dall'ex senatore Pietro Aiello

Giuseppe D'Ippolito è stato rinviato a giudizio dal gip di Lamezia Terme, Francesco De Nino, per il reato di frode processuale. L'avvocato e deputato del M5s dovrà presentarsi il 26 maggio 2022 dinanzi al Tribunale monocratico della città calabrese per l'udienza.  

Giuseppe D'Ippolito: di cosa è accusato il deputato M5s

La frode sarebbe stata commessa da D'Ippolito il 7 maggio 2018 quando l'avvocato era impegnato in un'udienza in un altro processo penale nel corso del quale lo stesso era stato condannato per diffamazione nei confronti dell’ex senatore Pietro Aiello. Secondo quanto riferito da Nunzio Raimondi, il legale di Aiello, è in quella circostanza che il deputato del M5s ha portato dinanzi al giudice “una registrazione della propria conferenza stampa nel corso della quale aveva pronunziato le espressioni che il senatore Aiello aveva giudicato diffamatorie, sostenendo di non aver pronunziato le espressioni offensive. Di seguito, venne prodotto l’originale della registrazione con relativa relazione di consulenza trascrittiva, dalla quale emerse che D’Ippolito aveva effettivamente pronunziato le espressioni offensive”.

Una volta ottenuta la condanna dell’avvocato D’Ippolito, Aiello ha provveduto a denunciarlo ulteriormente per frode processuale.

Rinvio a giudizio Giuseppe D'Ippolito: le motivazioni 

Nell'udienza svoltasi il 22 marzo, il pm ha chiesto che non si procedesse verso l'imputato (assente e difeso dall'avv. Silvia Gulisano), perché il fatto non sussiste. L’avv. Raimondi ha invece optato per il rinvio a giudizio. Queste le sue motivazioni: “La richiesta di proscioglimento avanzata quest’oggi dall’Ufficio di Procura contrastava con la prova granitica raccolta a carico dell’avvocato D’Ippolito nel corso delle indagini preliminari. Il giudice quindi ha preso atto degli inoppugnabili elementi di prova a carico e ha rinviato a giudizio l’imputato. L’accusa nei confronti dell’imputato riguarda una condotta molto grave che, se dimostrata nel prossimo dibattimento, potrebbe condurre ad una pena severa proprio in quanto idonea a trarre in inganno un giudice in un procedimento penale”.