Ucraina. Il nuovo ordine mondiale secondo Stefanini, Magatti e Bremmer
E' in uscita il prossimo numero della rivista Formiche in cui si cerca di rispondere alle domande sulla crisi Ucraina, con l’aiuto di esperti italiani e stranieri
L’ordine mondiale uscirà profondamente cambiato dalla guerra in Ucraina. Prima del conflitto, gli Stati Uniti guardavano all’indo-pacifico per tenere testa all’ascesa della Cina e l’Europa si muoveva in ordine sparso a livello internazionale. È in questa distrazione dallo scacchiere euro-atlantico che la Russia di Putin ha visto l’occasione per imporre la propria idea di (dis)ordine globale. Come muteranno le alleanze e i rapporti di forza dopo il conflitto ucraino? La Federazione Russa e la Cina ne usciranno più unite che in passato? I loro obiettivi saranno conciliabili? Quanto impegno statunitense servirà ancora per sostenere la sicurezza di un’Europa che Washington riteneva più responsabile per il proprio territorio?
Nel numero in uscita, la rivista Formiche ha cercato di rispondere a queste e ad altre domande con l’aiuto di esperti italiani e stranieri, tra i quali, l'ambasciatore Stefano Stefanini, il direttore Eurasia Group Ian Bremmer, l'economista Jean-Paul Fitoussi, il sociologo Mauro Magatti e Paolo Alli, già presidente dell'Assemblea parlamentare della Nato.
“Riportando la guerra nel cuore dell’Europa, Vladimir Putin ha definitivamente rotto l’ordine liberale sorto dopo la caduta del Muro di Berlino” ha spiegato Mauro Magatti nel suo contributo. D'altronde “Putin persegue un triplice obiettivo – secondo Stefanini – divaricare l’Atlantico, dividere gli europei tra di loro, indebolire gli Stati Uniti”. Una situazione che fa tornare indietro le lancette dell'orologio del Vecchio continente, ma se possibile in peggio, come ha ammonito Bremmer: “La Federazione Russa è oggi una minaccia fondamentale per la sicurezza. Lo scenario globale che si delinea dopo questa invasione è sotto diversi aspetti molto più pericoloso di quello della Guerra fredda”.