Davvero una chiamata di Silvio Berlusconi potrebbe risolvere la crisi tra Russia e Ucraina? La risposta è sì
In un momento in cui le diplomazie internazionali falliscono, i rapporti umani sono più importanti dei formalismi
Nella crisi tra Russia e Ucraina, i vincitori sono solo i media; Joe Biden altera la realtà e fa passare Vladimir Putin come il male da abbattere, la Nato sta a guardare e pensa da giorni ad una soluzione (senza riuscirci), l’Europa tira fuori la questione trita e ritrita delle sanzioni e l’Italia manda allo sbaraglio un Luigi di Maio che la diplomazia russa non ha minimamente calcolato.
In un periodo in cui la Guerra Fredda, spinta soprattutto da uno scellerato Joe Biden, sembra replicarsi e le diplomazie internazionali falliscono su tutti i fronti, la politica italiana (da destra a sinistra) ha ben pensato d’invocare Silvio Berlusconi per una mediazione con l’amico a capo del Cremlino. Per la sinistra, Berlusconi non era quello che ci faceva fare brutte figure all’estero? In un mondo dove tutto si è ribaltato, ora il Cavaliere ha il “suo perché” anche per la sinistra italiana. Al di là delle congetture, dall’inizio di questa crisi, tutti sapevano che il perno per sboccare le malsane idee di Putin d’invadere l’Ucraina si chiamava Silvio Berlusconi. Silvio non è solo l’ex Presidente del Consiglio italiano ma uno strettissimo e fidato amico del capo della federazione russa; insieme, hanno concluso tanti accordi positivi per i due paesi e i loro post cena sono famosi in tutte le diplomazie mondiali. Certamente, ognuno a casa sua fa ciò che vuole ed è da tutto ciò che è scaturito un sincero rapporto umano che dura da vent’anni.
Biden spinge per la guerra, alla faccia del suo essere fieramente democratico, e Putin lo schiaffeggia mediaticamente per le sue gaffes, mentre l’Europa invoca le sensazioni senza preoccuparsi delle conseguenze. Tutto questo alimenta un circolo satirico più che da battaglia: anche in casi delicati come questi, il mondo sta a guardare e parla con gli occhi della televisione più che con fatti concreti. Intanto, Silvio Berlusconi aspetta la chiamata del Governo poiché di sicuro non sta a lui fare il primo passo.