Borghezio imputato per minacce e sputi al controllore di un treno: chiesta l'immunità a Bruxelles

"Lo sputo? Figuriamoci, mai sputato a nessuno in vita mia. Al massimo sarà arrivata qualche goccia di saliva"

Mario Borghezio è a processo per aver insultato, minacciato, intimidito e sputato addosso a un controllore del treno, colpevole di avergli chiesto il biglietto che non aveva. E per salvarsi chiede l’immunità da ex parlamentare europeo "per le opinioni o i voti espressi dell’esercizio delle funzioni". L'aula di Bruxelles si esprimerà lunedì 14 febbraio.

Borghezio, ecco le accuse

Borghezio è imputato davanti al Tribunale di Imperia di minaccia, oltraggio a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio, per un episodio del 13 giugno 2015 a bordo del treno italo-francese "Thello", nel tratto tra Ventimiglia e Nizza. Su cui l’allora eurodeputato, si legge nell’atto di citazione a giudizio, "pretendeva di poter viaggiare senza acquistare il relativo biglietto di trasporto, in quanto riteneva che ciò gli fosse consentito poiché ricopriva le cariche di deputato presso il Parlamento italiano e il Parlamento europeo".

Quando l'agente di bordo gli spiega con cortesia che non si può Borghezio non la prende bene. "Lei non sa chi sono io. Le faccio rapporto alle alte sfere e poi vedremo, voglio parlare con il suo superiore", urla. E davanti al rifiuto perde del tutto le staffe: "Intanto io salgo a bordo, poi vedremo, intanto io posso pagare tutte le ammende del mondo" dice, al tempo retribuito con 9 mila euro al mese. Poi, gli sputa addosso.

La versione di Borghezio

Mario Borghezio raggiunto al telefono dal fattoquotidiano.it, nega la ricostruzione della Procura e dice di non essere mai stato chiamato per dare la propria versione. "Avevo perso la coincidenza per andare a Nizza, dovevo prendere l’aereo, non mi ricordo se per Bruxelles o Strasburgo”, ripercorre. "Per fortuna in stazione a Ventimiglia mi accorgo di questo treno in partenza. Vado al binario e un burbero funzionario russo, in un francese stentato, mi dice che non posso salire perché non ho il biglietto" insiste.

"Mi offro di fare il biglietto a bordo, figuriamoci, avrei pagato anche la prima classe, tanto avevo il rimborso. Lui però non ne vuole sapere. Alla fine riesco a salire grazie all’insistenza della mia scorta: ma dopo un quarto d’ora, oltre la frontiera, arriva il capotreno e in modo aggressivo mi dice che devo scendere a Mentone. Io a quel punto mi scaldo", ammette, "d’altra parte sono un po’ fumantino. E tiro fuori il tesserino da parlamentare per fargli capire che avevo un motivo serio di andare a Nizza. Ma non ho mai detto nessuna di quelle frasi". E lo sputo? "Figuriamoci, non ho mai sputato a nessuno in vita mia. Al massimo gli sarà arrivata qualche goccia di saliva".

Nella seduta di lunedì alle 18 l’assemblea di Bruxelles, a sette anni dai fatti, deciderà se l’ex membro merita o no di essere salvato. Una data attesa anche dal giudice monocratico di Imperia, che ha sospeso il processo in attesa del verdetto (la prossima udienza è fissata al 19 aprile).

Borghezio però difficilmente la farà franca, perché la relazione della Commissione giuridica votata il 2 febbraio scorso, ha proposto a grandissima maggioranza, 24 voti contro 2, "di non difendere i privilegi e le immunità di Mario Borghezio", perché, "nella sua audizione dinanzi alla commissione giuridica", il politico "non ha dichiarato nulla che permetta di concludere che l’alterco in questione riguardasse l’espressione di un’opinione politica dell’ex deputato".

L'ex leghista dice: "Non mi aspettavo nulla di diverso, è solo un tentativo che ho fatto su consiglio del mio avvocato, senza alcuna speranza. Certo, se fossi stato ancora in carica sarebbe stato diverso."