Studenti di sinistra in piazza. Il fancazzismo che impera
Da tv e dichiarazioni emergono visi e parole che hanno poco a che fare con il bene della scuola
Oggi gli studenti sono in piazza a Roma per chiedere al Governo Draghi di abolire la seconda prova poiché i due anni in dad hanno compromesso l’apprendimento. Di sicuro, per nessun studente, dalle elementari alle medie, dalle superiori all’Università, è stato facile imparare attraverso uno schermo ma tutti si sono adeguati. Saltano subito alla mente gli universitari, i quali professori hanno fatto lezioni di teoria e spesso di pratica avvalendosi della distanza, e non ci pare che abbiano fatto bordello con canti, striscioni e fumogeni, come accaduto in mattinata.
Al di là di questo, nonostante le difficoltà, sta alla coscienza di ognuno approfondire tramite libri e internet concetti meno chiari, al fine di arrivare preparato ad un esame complesso come quello di quinta superiore; ma visi, abbigliamento e soprattutto dichiarazioni scontante non lasciano molto spazio all’immaginazione: chi oggi protestava a Roma era una mandria di fancazzisti di sinistra, giovani di centri sociali e studenti che volevano perdere la lezione piuttosto che apprenderne una. Frasi scontate, slogan insulsi, parole già sentite mille volte fanno di questo corteo (semi)pacifico una transumanza di ragazzi senza futuro e con pochi valori. Se poi ci aggiungiamo il fatto che ogni cinque minuti veniva canto l’inno dei mondiali di calcio del 2006 (Popporoppoppopopo) e Bella Ciao, allora si capisce il livello intellettuale di quel gruppo di studenti, i quali fortunatamente rappresenta forse il 2% della totalità.