Mattarella bis, al via la richiesta al presidente uscente

Dopo l'ok al vertice di maggioranza è ufficiale la richiesta di ricandidatura di Mattarella per un secondo mandato. Un sintomo di una classe politica che non vuole prendersi responsabilità

"E' andata bene", così hanno commentato di capigruppo della maggioranza in uscita dal colloquio con Mattarella. Alla fine sarà bis. I rappresentanti delle forze politiche sono al Colle per chiedere ufficialmente un nuovo incarico al presidente uscente. Subito dopo pranzo si sono recati al Quirinale pronti per votare tutti Mattarella nel pomeriggio. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella resterà al Quirinale "per il bene e la stabilità del Paese", dice il premier Mario Draghi, secondo il suo staff di Palazzo Chigi. La decisione è nelle mani del Parlamento, è la consapevolezza del premier, ma l’auspicio espresso ai leader è quello di garantire la stabilità chiedendo a Mattarella di restare. Anche Pier Ferdinando Casini è per il Mattarella bis: "Chiedo a tutti i colleghi, al Parlamento, di cui ho sempre difeso la centralità nell'ambito delle istituzioni democratiche, di togliere il mio nome dalla discussione e di chiedere al presidente Mattarella la disponibilità a continuare il suo mandato nell'interesse dell'Italia", ha detto l'ex presidente della Camera dei Deputati nel corso di una dichiarazione.

Dopo tante votazioni concluse con un nulla di fatto, la decisione di porre fine al "rebus Quirinale" richiamando Mattarella segna la sconfitta dei cosiddetti "leader" dei partiti. Nessuno ha saputo coinvolgere le altre forze, nonostante facciano parte della stessa maggioranza di governo, escludendo dall'elenco solo Fratelli d'Italia, il partito guidato da Giorgia Meloni che non appoggia l'esecutivo Draghi. Appena eletto il prossimo capo dello Stato, non mancheranno le proposte per cambiare la legge elettorale. Sarà una stagione segnata dall'attesa per le prossime elezioni politiche: ma se gli attuali leader non hanno saputo indicare un presidente della Repubblica, il vero rischio è quello di avere una bassissima percentuali di votanti, come è già accaduto con le ultime suppletive, a Siena ed a Roma.

di Gianfranco Ferroni