Quirinale, il centrodestra in crisi punta all'astensione: Meloni chiede nome d'alto profilo

Centrodestra verso l'astensione nella quarta votazione per il Quirinale: partiti ancora alla ricerca del nome adatto ma Meloni spinge per Belloni o Cassese

È un centrodestra in piena crisi e volto all'astensione quello presentatosi alla quarta votazione per il Quirinale. Il tentativo di queste ore è quello di ricompattarsi dopo la fuga in solitaria di Fratelli d'Italia sul nome di Guido Crosetto, ma non sarà facile per Matteo Salvini trovare una figura adatta anche per gli altri partiti della coalizione. Da qui la decisione di non ritirare direttamente la scheda, replicando così alla scelta del centrosinistra di votare scheda bianca. Per il leader della Lega infatti: "Le prove di forza non ci interessano. La scelta dell’astensione è nata dalla necessità di evitare scontri. Non voglio un candidato di bandiera".

Quirinale, il centrodestra in crisi punta all'astensione

Stando alle voci che corrono tra i palazzi romani lo stallo attuale nel centrodestra non sarebbe stato affatto gradito da Giorgia Meloni. La Leader di Fratelli d'Italia avrebbe infatti preferito convergere su nome provvisorio al fine di misurare l'effettivo peso politico della coalizione e valutare l'effettiva possibilità di un allargamento per dare la spallata di maggioranza. Al momento infatti il centrodestra può contare su 453 grandi elettori, contro i 449 del centrosinistra e i 5 voti della componente +Europa/Azione che insistono sul nome di Marta Cartabia.

Fonti di partito rivelano inoltre che a Meloni non dispiacerebbero i nomi di Elisabetta Belloni e Sabino Cassese, nonostante i no di quest'ultimo "Lasciatemi fare il professore, che è un bel mestiere". Cassese era stato peraltro ospite di Atreju (la tradizionale convention politica di Fratelli d'Italia) e in quell'occasione aveva espresso parere positivo su un futuro assetto istituzionale italiano in senso presidenzialista. Posizione questa da sempre uno dei cavalli di battaglia di Giorgia Meloni. Chiusura totale invece su Pier Ferdinando Casini, che secondo Meloni "non è un'opzione".

Mentre prosegue la ricerca di una figura di "alto valore istituzionale", il centrodestra si è detto disponibile a "chiedere di procedere domani con la doppia votazione", in modo da velocizzare il processo di elezione del presidente della Repubblica. Per Salvini infatti: "Prima si fa e certo meglio è, ma non stiamo mica a scegliere le mele", aggiungendo in seguito "Io sto sentendo tutti, tutti i giorni, è il mio dovere, è il mio lavoro: porto proposte, ascolto". Al momento però nulla di nuovo sembra provenire dal fronte conservatore. Un silenzio di cui potrebbe approfittare il centrosinistra con un nome gradito anche a una larga fetta dei moderati.