M5S, Matteo Renzi al veleno: "Sbagliavo a dire che Conte sarebbe rimasto leader fino al 2023"

Il leader di Italia Viva si scaglia ancora contro il leader dei pentastellati: "Sua leadership finirà presto"

Il leader di Italia viva Matteo Renzi commenta, con parole al veleno, le recenti frizioni all'interno del Movimento 5 stelle, scagliandosi in particolare contro il leader pentastellato Giuseppe Conte. "Conte nei Cinque Stelle non controlla più niente. Avevo previsto la fine della leadership di Conte per il 2023, mi sbagliavo. Mi sbagliavo sui tempi, dico. Finirà molto prima", principia Matteo Renzi nella sua enews.

M5S, Matteo Renzi al veleno: "Conte non controlla più nulla"

"La cosa più divertente è vedere oggi il coro unanime di consenso per Mattarella, una delle tante scelte che abbiamo proposto controcorrente, pagando poi un prezzo altissimo e che adesso vengono riconosciute scelte giuste per il Paese. Come per la crisi di un anno fa", ha quindi continuato Renzi. Una stoccata rivolta a tutto il comparto grillino, che punta alla ricandidatura di Mattarella (dopo che ne aveva chiesto impeachment), per no veder al colle una figura "della vecchia politica", la quale sarebbe un ulteriore smacco.

Infatti, "i più spassosi sono, come sempre, i Cinque Stelle. Gli stessi che ci insultarono per la scelta del Quirinale nel 2015, gli stessi che chiesero di processare Mattarella per alto tradimento nel 2018, oggi propongono il Bis, dicendo che il secondo mandato di Mattarella è la prima scelta dei grillini". "E dire che Conte aveva appena annunciato, con grande enfasi, che i Cinque Stelle avrebbero sostenuto la candidatura di una donna. Spero che qualcuno ricordi a Conte che Mattarella si chiama Sergio", ha affermato ancora Renzi.

E ancora: "Sul Quirinale si è sentita forte la voce di Massimo D’Alema, che è tornato come ai vecchi tempi a 'dare la linea' al Pd. Ho già risposto sulla infelice definizione di noi come malato. Non casco, dunque, nel tranello di chi vorrebbe derubricare le uscite di D’Alema come conflitto tra ego. Qui c’è un punto politico". "La sinistra italiana sta con chi ha fatto il JobsAct o con chi lo vuole cancellare come Maurizio Landini? La sinistra italiana sta con chi ha fatto le Unioni Civili o con chi fa fallire il ddl Zan per scelta ideologica? La sinistra italiana sta con chi vuole abbassare le tasse, come abbiamo fatto con gli 80€ e l’Irap, o con chi vuole la tassa di successione e la tassa sulla casa?". "Questo è il punto. Quando D’Alema dice che le nostre riforme erano una malattia dice una frase molto dura ma che nasconde il pensiero di molti. Il Pd sta con chi ha fatto Industria 4.0 o con chi sciopera contro Draghi? Questa è l’essenza della questione. E da questo punto di discussione non si scappa dicendo che Renzi è antipatico. Quando abbiamo avuto una piattaforma riformista abbiamo preso il 40%. Quando siamo stati incerti e zoppicanti, ondivaghi, abbiamo perso tempo e consenso".