04 Gennaio 2022
Lorenzo Guerini, Maria Casellati e Sergio Mattarella, 2021 (fonte foto: lapresse.it)
Comunicata oggi, 4 gennaio 2022, la decisione sulla data del voto ufficiale per l'elezione del nuovo inquilino del Quirinale. L'ipotesi più accreditata è stata dunque confermata: si voterà per la prima volta lunedì 24 gennaio. La comunicazione ufficiale è pervenuta alle 20 regioni italiane dal Presidente della Camera Fico. Nel testo, oltre alla data, vi si trova anche la convocazione dei 1008 grandi elettori che si occuperanno di eleggere il nuovo Capo dello Stato.
L'incognita maggiore al momento è dettata dalla situazione Covid. Proprio la pandemia rischia d'inficiare maggiormente il regolare svolgimento dell'elezione. Ad oggi, infatti, rimane sconosciuto il numero dei contagi in Parlamento. Anche se recenti stime davano in qualche decina il numero dei parlamentari indisponibili causa positività. Fra qualche giorno, quando il Parlamento si riunirà per la prima seduta dopo le vacanze di fine anno, sarà tutto più chiaro. In una situazione di grande e naturale assembramento, come quella data da una Camera e da un Senato riuniti in seduta comune, la prevenzione e il rischio contagio giocherà un ruolo fondamentale. La paura principale è che possa essere messo a rischio il quorum, requisito fondamentale per un regolare voto.
Il voto vero e proprio poi avverrà nella Camera dei Deputati alla presenza anche dei Senatori della Repubblica. Il quorum e i numeri rappresenteranno motivo di preoccupazione solamente nel corso delle prime votazioni. Inizialmente sarà infatti necessaria una larga maggioranza. Come infatti indicato a riguardo dalla Costituzione: "Il Presidente della Repubblica italiana è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta"
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