Sardine, Santori: "Abbiamo qualche domanda da rivolgere al Pd di Letta"
Il leader delle Sardine Santori: "Agorà non siano sale d'attesa". Ma secondo molti il 34enne si contraddice da solo
"Il prossimo weekend a Marzabotto ci sarà l'assemblea nazionale delle Sardine proprio per discutere del futuro. Con il centrosinistra ovviamente ma con qualche domanda da rivolgere al Pd di Enrico Letta". Così parla Mattia Santori, il 34enne leader delle Sardine, ai microfoni dell'Adnkronos. "Bisogna capire se - fa sapere il giovane politico - le Agorà sono la sala d'attesa per entrare nel Pd o se invece sono una nuova casa da costruire tutti insieme". C'è chi dice subito però che Santori abbia le "idee un po' troppo confuse".
Pd, Santori: "Agorà non siano sale d'attesa"
"Noi abbiamo partecipato ad alcune Agorà", racconta all'agenzia stampa Santori. "Io ho fatto una pre Agorà a Bologna e quella sulla cannabis. Ma va chiarito un punto", avverte. "Se sono l'anticamera del Pd non funzioneranno", sostiene la Sardina. "Manca un punto fondamentale perché non si capisce quanto il Pd sia disposto a mettersi in discussione. Per questo tante realtà che sono fuori, come le Sardine, sono titubanti ad entrare: significa appiattirsi su un sistema che già c'è o organizzarne uno nuovo?", si domanda.
Ma alle orecchie di molti le parole di Santori suonano come una contraddizione non da poco. Come si giustifica allora il leader delle Sardine candidato con il partito di Enrico Letta? Questo è "esattamente il contrario" di una contraddizione. "La mia candidatura, come altre, è stata un'Agorà molto più concreta: quando si sceglie di amalgamarsi con il Pd per un progetto politico concreto dentro una coalizione che può essere la base per quella futura del 2023, allora quella è un'Agorà. Anzi - conclude infine Mattia Santori all'Adnkronos - è la dimostrazione pratica di quello che può essere il post Agorà".