Ddl Zan, finalmente liberi di dire la propria e odiare l'odio, anche in Draghistan

Ebbene sì, io odio i doppiatori russi. Io odio eccome e sono liberissimo di odiare, alla faccia della banda Zan e dei suoi accoliti incompetenti

Esattamente. Né più né meno. Io odio i doppiatori russi e persino in Russia sono libero di odiarli, mentre in Italia il signor Zan e la sua banda volevan impedirmelo. Eh sì.
Provate voi ad essere in una camera d'albergo di Mosca o di Volgogrado o di Smolensk in una sera d'autunno già polare, quando la vostra ragazza pseudosovietica (o ragazzo, perché no) vi ha bidonato perché la mamma sua ci ha il raffreddore, e siete costretti a spararvi la ennesima (ma sempre gradita, in teoria) visione di COMMANDO con Schwarzenegger, eroica pellicola degli anni d'oro di SCHWARZY (alla tv locale perché funziona pure male la connessione internet). Ecco, allora vi accorgerete che in Russia (se non lo sapevate già) i film non sono doppiati come in Italia, dove sapienti voci replicano in italiano, spesso persino meglio della versione originale, le voci degli attori di Hollywood. In Russia non doppiano, sti incredibili pirla a colori: sovrappongono una voce, per giunta monocorde e sbiascicona e per giunta senza togliere le voci originali in sottofondo, che descrive i dialoghi traducendo ovviamente ad minchiam, meglio se con manipolazione che non imbarazzi il regime, che sia sovietico o putiniano poco importa.
Ed ecco che la serata, spesso già resa nefasta dai rigori del freddo incipiente e soprattutto dalla mancata copula, può essere risollevata solo da qualche gioia alimentare fugace, sempre che l'albergo abbia un ristorante decente interno o prossimo, perché insomma anche lì, non che la Russia sia la patria della enogastronomia, se non in Georgia o in altre realtà locali, ma transeat.
Bongré malgré siete in Russia, fa un freddo siderale, preferite stare in camera magari sperando che la mammetta della vostra (vostro) amante stia meglio, forse salvando la serata pornografica già sfumata. Ve magnate sto mezzo barattolino di caviale beluga con la vodka al lampone e i crackers, già vi girano le palle, ma ecco, alla tortura della voce del doppiatore emulo di BREZNEV eh no, cazzo, questo no eh, non ci si può proprio sottoporre. Il doppiatore russo non me lo accollo.

E qui cominciate ad ODIARE.
SÌ.
ODIO. Questo sentimento torvo e caldo, questo gorgo di passione amara e infelice eppur tangenzialmente esultante che talvolta tanto gusto ti dà.
Lo vorresti morto, quel cacchio di finto doppiatore lì. Fammelo vedere, sto cazzo di film che pur ho visto trecento volte. Fammela sentire la voce di SCHWARZY che dice "ti ho mentito" dopo aver detto al malcapitato in cima al burrone "ti ricordi che ti avevo detto che ti avrei ucciso per ultimo?" (okkkkey qui già doppiato in italiano per comodità).
Sì, ODIO. Poiché il doppiatore russo mi pesa direttamente sulle gonadi, già inesauste per il mancato congresso carnale, il doppiatore mi rovina la serata, ho DIRITTO ad odiarlo. Lo voglio odiare, lo posso odiare, è un sentimento MIO. Non uscirò dall'Hotel per fare strage assiro-babilonese di finti doppiatori russi, ma se voglio aprire la finestra sfidando la tundra caucasica per urlare al mondo il mio risentimento per codesta categoria di pseudoattori di merda, NEMMENO LO TSAR PUTIN mi biasima.

E invece no, nella italietta ormai wannabe turbofascisto-stalinista del Draghistan la banda Zan e i suoi seguaci perennemente semianalfabeti su tutto e tirati su a sloganini di credere obbedire e combattere (le libertà altrui, sventolando falsi palesi e baggiani diritti civili draghistani) me lo volevano impedire, bontà loro.
Sic est, patres conscripti: nella italiettina ormai dimentica di ogni qualsivoglia abc della democrazia liberale, dove si ricattano i lavoratori per imporre loro TSO vaccinisti UNICI al mondo, la banda Zan era pronta a ODIARE L'ODIO. Sì! Che gioja, che piacer! Odiare non si può, nel Draghistan, a parte chi non la pensa come il Draghistan, ovviamente, quello lo puoi manganellare e sfollare a idranti e denunciarlo ex lege Zan per odio contro di te che non vuoi essere odiato ma puoi odiare chi ti odia e lo puoi pure eventualmente sanzionare col carcere secondo Zan. Lasciamo perdere che poi quegli stessi SAVIANUCOLI che invocano pene carcerarie per simili reati di opinione appena sentono parlare i guru della abolizione del carcere ti vanno in sollucchero, proponendo un tal Luigi Manconi, Mago Otelma di mafiosi e assassini in vacanza pagata, perfino al sommo seggio del Quirinale. Contraddizioni? Ma no: se glielo fate notare si spengono, come un giocattolo vecchio a pile esaurite.

Questa è la banda Zan: passi lui e la sua sodale Cirinnà, che con lui condivide un cognome per loro fortuna ricordevole (si fossero chiamati Bertoncini e Rivoletti non se li pisciava nessuno, forse). Eh già: Zan e Cirinnà la grossa grassa pubblicità se la son fatta, il loro seggio al prossimo giro a tagliola di riforma ammazzaseggi è salvo. Quindi se non fosse che simili figuri intendevano far pagare il loro stipendio alla nostra libertà di opinione e di espressione li potremmo pure quasi quasi non scusare, ma capire. Passi pure tanti amici gay infervorati da anni di discriminazioni subite in un paese che per eoni è stato retrivo e spesso omofobo, anche se forse oggi non lo è quasi più, e che perciò non vedono oltre la bandiera a striscette da sventolare. Passi pure per i più supergiovani (op.cit.) che già ormai non sanno troppo spesso una beata fava di nulla se non di INSTACAZ e TIKTOKKO, ma che almeno li prendi per il culo facile, perché mica tutti son matricole a Giurisprudenza. Ma la massa di beoti ardenti di sdegno sulla scorta del non aver manco letto il testo base del loro caro "disegno di legge di civiltà" (sì, civiltà bielorussa in stile Lukashenko, e andatevi a vedere chi kazz'è, supergiovani), beh quelli, eh insomma quelli sono coloro che plaudono il duce di turno sotto il balcone di Palazzo Venezia, pure se il duce invece che in orbace è vestito Balenciaga e sotto la balaustra ci ha le infradito e le unghie pittate di viola. Il conformismo disinformato non ha colore; ha solo un pessimo sapore, per citare un vecchio amico, A.Calogero detto Kakós, che vergò un magnifico aforisma antirazzista ("la gnocca non ha colore, ha solo un buon sapore") di effettivo gran pregio.

Ma qualche ulteriore sprovveduto dirà: non è vero che ci sono coercizioni della libertà di espressione, è falso, lo ha anche detto il SAVIANUCOLO in persona! E allora vediamolo il passo incriminato del ddl firmato Zanone il Solone:

Sanzionata ex art.2:

"Propaganda di idee fondate sulla superio­rità o sull’odio razziale o etnico, istigazione a delinquere e atti discriminatori e violenti per motivi razziali, etnici, religiosi o fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento ses­suale, sull’identità di genere o sulla disabi­lità".

Con postilla-busillis in art.4, integrale:

"Art. 4. (Pluralismo delle idee e libertà delle scelte) 1. Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime ri­conducibili al pluralismo delle idee o alla li­bertà delle scelte, purché non idonee a de­terminare il concreto pericolo del compi­mento di atti discriminatori o violenti."

Ahhhh, ecco grazie, lo decide IL MAGO OTELMA se il mio odio per i doppiatori russi è "idoneo a determinare il concreto pericolo di atti discriminatori o violenti". Anzi lo confesso subito così non perdiamo tempo: atti discriminatori di sicuro; io i doppiatori russi NON LI VOGLIO MAI PIÙ FAR LAVORARE. OOOKKKEEEYYY?

E tante grazie, grazielle e grazie al cazzo alla supercazzola prematurata con scribacchino con pallina.
Desolante, forse neanche Lukashenko avrebbe vergato una VACCATA siffatta.

Per fortuna per ora tale attentato alla libertà di opinione (ed al mio odio implacabile) è sventato.
Franco Battiato, nume tutelare che da lassù ci vede forse, potrà fortunosamente ancora essere citato, nei suoi immortali e celebri versi pregni di profondo ed immarcescibile razzismo (nel cervello privo di pile dei giocattoli umani):

"Non sopporto i cori russi, la musica finto rock, la new wave italiana e il free jazz punk inglese; neanche la nera africana (sKanTalo)".

Gloria in excelsis deo

Di Lapo Mazza Fontana.