Quirinale, Meloni e la grande verità: "Non vogliono Draghi per paura del voto"
La leader di Fratelli d'Italia: ""Berlusconi non mi pare abbia quotazioni altissime". Tutto fa pensare a un Mattarella bis.
"Letta sosterrebbe chiunque, pur di arrivare a fine legislatura", ha detto la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, in merito all'elezione del prossimo Presidente della Repubblica. "E ci si arriverà, purtroppo. Per me prima la democrazia torna e meglio sarà". Giorgia Meloni ha parlato a la Stampa. Per Draghi al Quirinale "nessuno ci lavora: andare a votare sarebbe una buona notizia, ma sono l'unica a pensarla così", spiega la leader di FdI.
"Non mi pare abbia quotazioni altissime", continua Giorgia Meloni. "Bisogna ragionare tutti insieme su un profilo non di parte: il presidente della Repubblica deve fare rispettare le regole, più è slegato da storie personali e più ci riesce", risponde Meloni che su un bis di Mattarella chiarisce: "Non sono d'accordo. A parte che non corrisponde a questo profilo, e che lui stesso non vuole farlo, sarebbe un altro segnale di una politica che abdica".
Quirinale, anche Prodi si toglie dalla lista del dopo Mattarella
Anche Romano Prodi si scansa intanto dalla carica di Presidente della Repubblica, asserendo che non vuole raccogliere l'eredità del dopo Sergio Mattarella al Quirinale. Forse è tutta una tattica, quella dell'ex fondatore de L’Ulivo, che però afferma che "nel voto del 2022 per il Quirinale starò a guardare”. Il professore, anche chiamato il Mortadella, si è raccontato in ‘Strana vita, la mia’ il libro scritto con Marco Ascione (Solferino), ora in uscita.
Se quella di Prodi, tra i principali candidati, non è una tattica, allora tutto fa pensare che si andrà a un Mattarella bis. Trai i candidati papabili, ora come ora, non c'è nemmeno Silvio Berlusconi. Per quanto il Cav ci tenga a essere tenuto in considerazione, troppe cose giocano a suo sfavore. innanzitutto i suoi problemi di salute, che lo hanno accompagnato per tutto l'ultimo anno e mezzo. Poi ci i suoi problemi giudiziari. E infine a remare contro il leader e fondatore di Forza Italia c'è il fatto che le camere sono composte per la maggior parte da suoi oppositori. Difficilmente infatti gli esponenti di Italia viva, Pd e soprattutto Movimento 5 stelle voteranno a favore di Berlusconi.
Romano Prodi ricorda quando fu vicino, nel 2013, proprio a diventare il Capo dello Stato, ma in quell'occasione mancarono i voti di Forza Italia che decise di sfilarsi. "Non c’era bisogno del no di Berlusconi per farmi mancare i voti nel 2013", ha detto il professore o la Mortadella (a seconda dei gusti politici). "Con la bocciatura al Quirinale non ci sono problemi, non era cosa che facessi il Capo dello Stato, tutto qui. Debbo anche aggiungere che gli anni successivi sono stati tra i più felici della mia vita”.
Secondo Prodi, "il riformismo deve trovare un’identità nuova dopo 35 anni di un liberismo che ha devastato i diritti sociali”. Con Mario Draghi, continua, "abbiamo recuperato in immagine internazionale, ci sono gli aiuti del Next Generation Plan. La Ue ha compiuto un grandioso passo avanti grazie alla conversione di Angela Merkel e della Germania. E grazie alla Brexit, senza la quale non ci sarebbe stato il ripensamento: ex malo bonum” ha affermato.