Bye-Bye Conte e welcome Draghi, il capolavoro di Renzi

Il genio di Rignano. Sono in molti a definire così all'indomani del tramonto del tentativo di Roberto Fico e soprattutto dell'ipotesi del Conte ter, Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva, qualunque sia il giudizio sulla sua linea programmatica, è il vero vincitore della politica italiana. Nell'ultimo anno e mezzo ha sbaragliato tutti e con una strategia politica perfetta ha ottenuto sempre esattamente quello che voleva.

Nell'estate del 2018, quando Salvini fece cadere il governo giallo-rosso dal Papeete e Nicola Zingaretti si agitava parlando di elezioni, ha avuto lui l'iniziativa di far nascere il Conte II promuovendo la nascita giallo-rosso. Poi è arrivata la scissione, addio al Pd e nascita di Italia Viva con un gruppo parlamentare non enorme ma sufficiente per essere determinante almeno a Palazzo Madama. Con la pandemia tutto è cambiato e le scelte di Palazzo Chigi e del duo Conte-Casalino hanno cominciato a non piacere a Renzi, per non parlare della giustizia giustizialista di Alfonso Bonafede. Così è partita la nuova controffensiva. Prima gli ultimatum sul Mes e poi l'affondo sul Recovery Plan.

Tutti, soprattutto nel Pd ma anche nell'opposizione, credevano che l'ex premier si sarebbe accontentato di qualche poltrona e invece no. Prima ha fatto dimettere Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto poi si è goduto lo spettacolo (indecoroso) del presidente del Consiglio a caccia di parlamentari costruttori insieme a Clemente Mastella e a Bruno Tabacci. Un'operazione miseramente fallita visto non è stato trovato nemmeno un voto in più rispetto ai 156 sì dell'ultima fiducia a Palazzo Madama. Non solo, da Italia Viva, a parte il socialista Riccardo Nencini, nessuno se ne è andato malgrado in molti prevedessero un terremoto. Poi si è arrivati alle dimissioni, inevitabili, di Conte e al tentativo di Fico. In quel momento Renzi, con un'altra abile mossa, ha tolto il Mes dal tavolo perché altrimenti quel tavolo non sarebbe nemmeno partito, con il rischio urne molto concreto. Fico ha lavorato quattro giorni inutilmente e la delegazione di Italia Viva ha tenuto il punto chiedendo discontinuità, nei contenuti e nei nomi della squadra, che non c'è stata senza quindi accettare una fotocopia del Conte II. Ed ecco l'appello anti-voto di Sergio Mattarella e l'incarico a Mario Draghi.

Tutto esattamente come voleva Renzi. No ai pieni poteri nel 2019 a Salvini, via Conte quando ha iniziato lui a volere i pieni poteri (vedi la riluttanza nel cedere la delega ai Servizi) e infine Draghi a Palazzo Chigi e niente elezioni subito. Un vero e proprio capolavoro politico. Con il 2,5% nei sondaggi Renzi ha spaccato M5S e Centrodestra, ha messo in crisi il Pd e ha ottenuto quello che voleva fin dall'inizio. Facendo, tra l'altro, ciò che serve all'Italia vista la reazione dei mercati finanziari con la Borsa di Milano in forte rialzo e lo spread in netto calo.

Al Paese non servono colpi di testa e comizi elettorali, ma scelte responsabili concordate con Bruxelles, sia sul piano della pendemia (vaccini) che su quello economico (Recovery e fine del blocco dei licenziamenti). Renzi ha capito tutto prima di tutti e oggi, giustamente, si gode il trionfo politico.