Chi è Mario Draghi? I segreti dell'uomo "che ha salvato l'Europa"
L'ex governatore della Banca d'Italia è stato convocato al Quirinale da Mattarella per "risolvere" la crisi di Governo.
Chi è Mario Draghi: l'uomo che ha salvato l'Europa, ora convocato da Mattarella al Quirinale
L'italiano che ha salvato l'Europa, saprà salvare anche il suo Paese? Spetta ora a Mario Draghi infatti, l'arduo compito di coagulare una solida maggioranza parlamentare. Con questo intento Sergio Mattarella ha convocato l'ex presidente della Bce oggi al Quirinale. Per Supermario una nuova sfida quindi, difficile e impegnativa, in un così delicato momento storico. Il suo nome è stato fatto subito dopo le dimissioni di Conte, indicato come uno dei pochi in grado di risolvere l'imbroglio politico venutosi a creare, per scongiurare le elezioni anticipate, difficili per l'emergenza Covid e soprattutto vincere la sfida per la gestione dei fondi europei. Cosa che Draghi ha già dimostrato alla guida della Bce, salvaguardando con rigore i principi dell'Europa ma nel contempo riuscendo a fare da scudo alle difficoltà e contraddizione dell'Unione anche nei confronti dei mercati.
Mario Draghi, chi è e cosa ha fatto in Europa
Visto così Mario Draghi potrebbe essere facilmente definito un eroe dei nostri tempi, ma la sua affidabilità arriva da esperienze importanti e costruite nel tempo. Laurea alla Sapienza e master al Mit di Boston, Draghi è stato direttore generale del Tesoro - con il ministro Carlo Azeglio Ciampi, il primo tra i Ciampi boys - dove ha gestito la stagione delle privatizzazioni. Una breve parentesi a Goldman Sachs e poi ha ricoperto il ruolo di governatore della Banca d'Italia, dove si è destreggiato negli snodi internazionali del Financial Stability Board e nella Bce come membro del consiglio. Per tutti però Mario Draghi è l'uomo che ha salvato l'Europa, quando nel 2011 ha attirato i consensi per la sua candidatura, anche dei Paesi più attenti ai conti pubblici come la Germania. Il suo debutto è stato con il 'whatever it takes', tre parole in inglese (”tutto ciò che serve”), in grado di fermare i mercati e di fare da scudo al Paesi in tensione per l'andamento dei tassi sui titoli di Stato. Caratterizzando il suo lavoro in un'accorta gestione di parole e decisioni, culminate nel quantitative easing: l'impegno della Bce - e delle banche centrali dei diversi Paesi europei - a sostenere i loro titoli sul mercato.
Mario Draghi, il suo futuro
Il nome di Mario Draghi allettava il mondo politico anche prima di questa ultima crisi, in molti infatti lo vedevano come prossimo sostituto di Mattarella, considerando il fatto che l'attuale inquilino del Colle ha fatto sapere di non pensare ad un nuovo settennato. L'ex presidente della Bce però si è sempre tenuto defilato dalla politica e dai partiti: “Ci troviamo di fronte a una guerra contro il coronavirus e dobbiamo muoverci di conseguenza”, ha detto dopo l'uscita dalla Bce con un intervento pubblicato lo scorso marzo sul Financial Times. “Il costo dell'esitazione potrebbe essere irreversibile”. E a chi gli chiedeva del suo futuro al momento della sua uscita dalla Bce, Draghi concluso ironico: “Il futuro? Chiedete a mia moglie”.
Tra le sfide attuali che l'Italia deve affrontare c'è però quella legata al Recovery Fund e su questa appaiono chiare le parole di Draghi, pronunciate a dicembre scorso: “La sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation Eu”, una frase accompagnata da un monito ai Paesi sull'utilizzo delle risorse: “Se saranno sprecate il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita”.