Crisi di governo, totoministri: ecco chi rischia e chi arriva
Rischiano di saltare alcuni dei ministri più rappresentativi del Conte ter. Elena Boschi alle infrastrutture o all'economia
A quale presidente del consiglio gli italiani dovranno affidare il proprio destino? E, soprattutto, quali saranno i protagonisti del nuovo Governo? Dopo l’incontro di Roberto Fico, l’ “esploratore” incaricato da Mattarella di individuare la soluzione più solida per giungere a fine legislatura, con le forze giallorosse, ed in attesa di sapere se si proseguirà con un Governo sulla falsa riga del precedente o se si prenderà una strada differente, è già tempo di totoministri.
Detto che la strada per un accordo che sia prima sul programma e, poi, sui nomi, pare una strada lunga è difficile vista la distanza siderale, su determinate questioni, tra le parti in causa, anche quella dei ministeri da assegnare, o delle poltrone da spartire, a seconda dei punti di vista, rischia di divenire altro elemento divisivo. Per quanto concerne i “contenuti” sono numerosi gli argomenti che rischiano di far franare il progetto di un Conte Ter: Mes, giustizia, cashback, reddito di cittadina.
Persino sul nome del premier sembra difficile trovare un compromesso: da un lato Renzi, che si dice pronto ad appoggiare anche un governo istituzionale ed al quale non dispiacerebbe “sbarazzarsi” di Conte, dall’altro pentasellati e democratici trincerati davanti all’avvocato del popolo, considerato inamovibile. Il destino di Conte e la strada che il nuovo Governo prenderà si giocano, anche e soprattutto, sui nomi di coloro che andranno a rivestire i ruoli nevralgici. Iv, per dare la propria fiducia, punta a ministeri importanti e, soprattutto, a fare saltare le teste di alcuni delle personalità che sono state tra le più rappresentative ed influenti del Conte 2. Tra tutti Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede, rispettivamente ministri di Finanze e Giustizia. Per quanto riguarda le finanze, gli ex alleati chiudono sulla questione, o meglio, la sensazione è che se Gualtieri non sembra più insostituibile, Pd e Movimento 5stelle, non vogliono la resa completa, concedendo il ministero più importante, ad un partito al 2%. Per ora, quindi, non si fanno nomi di politici, ma di tecnici. Tra i papabili ci sono: Fabio Panetta, ex direttore generale della Banca d'Italia e membro del Comitato esecutivo della Bce, ed Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle Entrate.
Alfonso Bonafede sembra ancora più a rischio del suo collega di governo: proprio per non saltare sulla Giustizia e perdere la faccia Conte ha rassegnato le dimissioni, ben conscio di rischiare di finire sotto.
L’idea ventilata è quella che l'attuale ministro della Giustizia potrebbe diventare capogruppo del M5S per essere sostituito da uno tra: da Sabino Cassese , giudice emerito della Corte costituzionale, Francesco Greco (procuratore di Milano), Marta Cartabia, ex presidente della Consulta, o Andrea Orlando del Pd. Il più quotato a ricoprire il ruolo di Guardasigilli, tuttavia, secondo uno scoop del Corriere della sera, potrebbe essere Paola Severino, che ha già vestito il medesimo ruolo con il Governo Monti.
Altro Ministero sul tavolo delle trattative è quello delle Infrastrutture e dei trasporti, il quale sembra essere destinato ad essere diviso. Le voci più insistenti fanno il nome di Elena Boschi, che in alternativa potrebbe finire all’Economia, per quanto riguarda le infrastrutture, Graziano del Rio e Stefano Buffagni, invece, sarebbero le proposte per il ministero dei Trasporti. Al Viminale non è da escludere l’arrivo di Ettore Rosato di Iv.
Sono i 5 stelle quelli che più rischiano di restare indeboliti dal rimpasto, anche perché ci sono altre due ministre grilline che rischiano di saltare: Nunzia Catalfo al Lavoro (per lei sarebbe già pronto uno tra Andrea Marcucci e Debora Serracchiani), e Lucia Azzolina, ministro dell’istruzione, che dovrebbe essere sostituita da Anna Ascani del Pd. I 5stelle, a questo punto, potrebbero chiedere il ministero per il sud affidandolo a Giancarlo Cancellerri, e quello per l’innovazione e l’ambiente, per il quale si fa il nome di Alessandro Di Battista, sempre che le sue posizioni si riavvicinino a quelle dell’ala di Governo. Qualcosa, ovviamente, dovrà essere lasciato, anche, al gruppo degli europeisti: Bruno Tabacci, il regista dell’operazione responsabili, potrebbe essere premiato con il Ministero della famiglia. Chi spera di allargare la propria influenza all’interno del nuovo Governo è il Pd che punta su Andrea Orlando.
Per lui addirittura tre ipotesi: vicepremier, ministro della Giustizia o sottosegretario con delega al Recovery Fund. Infine, circola con insistenza il nome di Goffredo Bettini come possibile sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.