Crisi di Governo: iniziata la battaglia per i ministri, Renzi fa il primo nome
Tra i nodi da scogliere soprattutto la questione Bonafede e il dicastero dell’Economia. Il leader di Italia viva punta tutto su Maria Elena Boschi
Iniziata la verifica di maggioranza di Roberto Fico per capire se si può uscire dalla crisi di Governo senza passare da nuove elezioni, Renzi ha lanciato il primo guato di sfida chiedendo almeno due ministeri. Mentre le opposizioni ironizzano sulla caccia alle poltrone, le principali forze che componevano la vecchia maggioranza (Movimento 5 stelle, Italia viva e Pd), dichiarano di voler ragionare prima sulle proposte e poi sui nomi.
Crisi di Governo, Renzi fa il primo nome
In queste ore, comunque, l’analisi dei temi si intreccia con l’ "assetto" del Governo, cioè dei nomi dei prossimi ministri. Alcuni certamente saranno riconfermati, ma ci dovrebbero essere parecchie novità. Innanzitutto il primo ruolo da assegnare è quello del premier. Per il momento a prevalere è l’ipotesi di un Conte ter, ma si stanno facendo piano piano strada anche ipotesi alternative. La principale sarebbe quella di un governo istituzionale targato Mario Draghi. Però quest'ultimo potrebbe anche sedersi sulla poltrona più calda di tutte, quella dell'economia.
Intanto, Matteo Renzi, nelle consultazioni con Roberto Fico, avrebbe fatto le sue prime richieste. Vorrebbe almeno due ministeri. Gli interessano Economia, Istruzione, Infrastrutture e Lavoro. Infine, tra i primi nomi che avrebbe proposto, secondo voci di corridoio, ci sarebbe quello di Maria Elena Boschi.
Il primo che potrebbero saltare è Roberto Gualtieri, considerato da molti, soprattutto in Italia viva ma anche nel Pd, troppo contiano. Sostituire Gualtieri — anche dandogli il contentino di una candidatura a sindaco di Roma —, rimane tuttavia complicato. Draghi a parte, circolano solo nomi "tecnici". Rimane l’ipotesi di Fabio Panetta, ex direttore generale della Banca d’Italia, oggi nel Comitato esecutivo della Bce (un nome che potrebbe mettere d’accordo tutti) e l'ipotesi targata Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate. Gualtieri è però sostenuto dal numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi: "Per il bene del Paese alcune persone devono restare e faccio riferimento al ministro dell’Economia. Se abbiamo il Recovery fund è merito suo".