Governo, Italia Viva: "Appello ad una coalizione di ampio respiro"
Il partito di Renzi, compatto, apre ad un'intesa più amplia possibile mettendo nuovamente in crisi i progetti del premier Conte
Una appello corale ad una soluzione politica di ampio respiro per risollevare l’Italia dalla crisi politica in cui si è impantanata. E' questo il contenuto del documento firmato dai parlamentari di Iv ed, ovviamente, dallo stesso Matteo Renzi.
La mossa del leader Iv, sostanzialmente voluta per confermare la solidità del proprio partito sulla questione, mette nuovamente il bastone tra le ruote al progetto del premier Giuseppe Conte di guidare il futuro governo. Si allontana, quindi, la possibilità di un Conte ter, anche, perché dichiarazioni di unità d’intenti arrivano, anche, da Leonardo Grimani, uno dei senatori Iv dati per incerti. Il messaggio dei renziani arriva chiaro e a segno, in una giornata già complicata per il premier impegnato, proprio oggi, ad un confronto, tutt’altro che tenero, con le sigle sindacali, sul piatto le risorse del Recovery plan.
Dal canto suo, il presidente del consiglio non sembra avere intenzione di piegarsi al “ricatto” renziano: non tornerà a bussare alla porta dell’ex alleato divenuto nemico, anzi, si giocherà il tutto per tutto. I due principali partiti che lo sostengono manifestano fedeltà, anche, se la guerra psicologica innescata da Renzi e compagni sembra aprire le prime crepe. "Per Conte è win-win, se vince resta a Palazzo Chigi, se perde lui ne uscirà bene ma il M5S si schianta", ragiona un big pentastellato. C'è chi fa ragionamenti speculari tra i dem ma il Nazareno è fermo sulla sua linea: allargamento maggioranza o "non temiamo il voto", ribadisce Andrea Martella.
Anche la soluzione dell’Udc sembra aver perso credibilità, anzi. “E’ chiusissima. E’ stata chiusa male, una frana l’ha bloccata” sentenzia all’Adnkronos uno dei pontieri che più si è speso per i centristi. Nonostante le distanze ed i contrasti con i renziani i contatti ci sono ancora. "Ci invitano a far ragionare Conte. Anche perché Iv non si spaccherà ed il motivo è semplicissimo: i seggi sono ridotti, nel Pd avrebbero un presente ma non un futuro. Quindi, non tradiranno Renzi". I big grillini si schierano con il premier nel nome della “Crociata su Conte”, come la chiamano sulla chat dei parlamentari, ma, complice la paura del ritorno alle urne, non tutti sono pronti ad un eventuale sacrificio.
Nel movimento 5 stelle c’è chi spera ancora nell’apporto dell’Udc e di altre forze politiche: “Puntiamo ad avere i tre loro voti, tre di Forza Italia e 5 di Iv e su parecchie assenze tra le file degli azzurri in Senato” spiega un ministro penta stellato che, dal suo punto di vista, vede difficile un sacrificio del ministro della giustizia Alfonso Bonafede, da parte di Conte, mercoledì quando il Guardasigilli presenterà la sua relazione annuale.
La questione è che i rapporti si fanno sempre più scricchiolanti anche all’interno degli stessi partiti di maggioranza con prese di posizione antagoniste. “Ieri Conte ha affidato la delega all'Intelligence” ragiona uno dei pontieri, ormai in completo stallo sui negoziati “alla fine sta cedendo alle richieste di Renzi, forse ci sono margini per ricucire". Alessandro Di Battista, come sempre allergico ai compromessi, dall'esterno, cerca di mantenere uniti i suoi ed evitare che cedano alle sirene renziane: "Indietro non si torna! La chiusura a Renzi deve essere netta”. Non tutti però sembrano convinti. Giorgio Trizzino, il deputato M5S che aveva scritto la lettera, poi rilanciata da Beppe Grillo, in cui invitava a un patto di responsabilità tra tutti i partiti, lo dice in chiaro all'Adnkronos.
"Parlare di ricucitura probabilmente è inappropriato ma si può fare qualcosa di diverso: ricreare le condizioni ideali per una riflessione collettiva sui reciproci errori commessi in questi ultimi mesi. E, ove esistano le condizioni, potrebbe essere anche valutabile una riapertura di dialogo con i renziani. Abbiamo sempre lavorato proficuamente nel corso di questa esperienza di governo e non esistono sostanziali aspetti divisivi che ci impediscono di lavorare insieme".
Nel Pd sono quattro i senatori a non condividere la linea del Nazareno con una nota: Gianni Pittella, Dario Stefano, Tommaso Nannicini e Francesco Verducci . "Nessun ammiccamento alle elezioni" e "il Pd rilanci le ragioni di un esecutivo all'altezza, parlando con tutti". C'è il sospetto, ma non la conferma, che la nota dei 4 non sia stata ostacolata dal capogruppo Andrea Marcucci. Una mossa, si dice, che non sarebbe piaciuta ai vertici di Base Riformista, compreso Lorenzo Guerini. Lo mette in chiaro Franco Mirabelli: "Tutti condividiamo la scelta di rilanciare l'azione del governo".
Delle prossime elezioni parla anche il capogruppo a Montecitorio, Graziano Delrio: "Il Pd ha sempre detto due cose: no a una crisi al buio, no a elezioni serve un allargamento vero perché con questi numeri è già complicato solo gestire l'ordinario, figuriamoci lo straordinario". Più i tempi si stringono, più una soluzione pare lontana, anche, se Iv, probabilmente attende un segnale dai suoi ex compagni di partito per tornare in partita. Intanto il primo segnale pseudo distensivo arriva proprio da Iv, con il via libera alla nomina ai Servizi di Pietro Benassi. "Un nome perfetto” riconoscono “ma ci siamo chiesti perché Conte non lo abbia fatto prima".