Crisi di governo, i "responsabili": hanno salvato Conte, ma difficilmente salveranno l'Italia
Ecco chi sono i salvatori del governo
Per alcuni sono responsabili, per altri voltagabbana e prezzolati: quello che è certo che sono stati decisivi per la salvezza del Governo. Provenienti dalle più disparate parti politiche hanno risposto alla chiamata ai “costruttori” di Conte, hanno accettato i suoi corteggiamenti concedendogli un’insperata stampella. La più nota è Sandra Lonardo, coniuge dell'ancor più “celebre” Clemente Mastella, con il quale condivide l’abitudine di “starci”, politicamente parlando, un po’ con tutti: nel Udeur, accanto all’Unione di sinistra nel 2005, poi sempre nella squadra del marito nel 2010, ma questa volta con il centro destra, infine come senatrice di Forza Italia dal 2018 fino al 2020, quando lascia il partito di Berlusconi per entrare nel gruppo misto. Qualche procedimento penale, in condivisione con il compagno, per onestà di cronaca risolti con assoluzione, la Leonardo è sostanzialmente la versione femminile di Mastella, ambedue si muovono per convenienza.
Con Forza Italia sono arrivati in senato anche altri due responsabili, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, tre se si aggiunge Renata Polverini, che già nei giorni scorsi aveva lasciato il partito per essere libera di votare dalla parte del Premier. La Rossi e Causin, invece, non sono più in Forza Italia da ieri, da quando hanno deciso di concedere la propria fiducia al governo.
Maria Rosaria Rossi, figlia di un dipendente dell’agenzia delle entrate e di un titolare di un deposito dei monopoli di stato, un passato da pr delle discoteche romane e come imprenditrice nel settore del recupero crediti, era in Forza Italia dal 2006. Grande amica di Francesca Pascale da prima che quest’ultima divenisse la compagna del Cavaliere, è sempre stata molto vicina a Berlusconi, tanto da essersi occupata della sua villa di Tor Crescenza e di essere finita invischiata nei procedimenti relativi al bunga bunga. Con la fine del rapporto tra la Pascale e Berlusconi, tuttavia, la sua posizione è divenuta sempre più defilata, convincendola che i tempi di “meno male che Silvio c’è” erano finiti e, probabilmente, era tempo di inneggiare ad un altro “re”.
Con lei pagherà il prezzo del tradimento anche Andrea Causin, dal 2017 in Forza Italia dopo essere passato un po’ dappertutto Ppd, Dl, Pd, Sc e Fi. Una carriera politica fatti di girandole di cambi di casacca continui dettata, non abbiamo dubbi, dal suo senso di “responsabilità”.
Dal gruppo misto è arrivato a Conte anche il sostegno di Gregorio De Falco e Lello Ciampolillo, esuli 5 Stelle. Il primo è noto alle cronache per il famoso colloquio telefonico con il comandante Schettino durante il naufragio della concordia, per quel famoso “Salga a bordo c….o”, che gli è bastato per essere inserito nelle liste dei 5 Stelle ed arrivare in senato.
Il secondo, che ieri cercavano tutti e non trovava nessuno, tanto da costringere la presidente del senato Casellati a servirsi del var per farlo accedere al voto, è forse una figura ancora più interessante. Grillino della prima ora è in senato dal 2013, mentre non è più sotto la bandiera pentastellata dal 31 gennaio 2020, a causa dell’espulsione dal partito per la mancata restituzione dei rimborsi. Eletto in Puglia, solo un anno fa, attaccava sia il governo Conte 1 e Conte 2 per avere tradito le aspettative del suo territorio, poi, ieri, si è rimangiato tutto e ha dato la sua fiducia.
Infine, a favore della sopravvivenza del Governo, si sono espressi anche Riccardi Nencini e Tommaso Cerno. Il primo è un socialista vecchio stampo, ex viceministro del governo Gentiloni, si è comportato come storicamente fanno quelli che provengono dalla sua cultura politica, sfruttano le occasioni per fare da ago della bilancia ed acquistare potere, secondo le lezioni impartite dal buon Bettino Craxi, peccato che i bei tempi siano finiti. Infine c’è Tommaso Cerno, giornalista professionista, ex direttore dell’Espresso e condirettore del quotidiano La Repubblica, ex dirigente nazionale dell’Arcigay, eletto in senato nelle liste del Pd per poi scegliere di passare al gruppo misto, che probabilmente per formazione culturale è politica è l’unico ad essere stato coerente tra i senatori che “responsabilmente” hanno salvato Conte, ma difficilmente salveranno l'Italia.