Conte e Renzi: un amore mai sbocciato
Fra Giuseppe Conte e Matteo Renzi è finita a pesci in faccia. Era prevedibile: ecco perchè.
Troppo diversi, per capacità ed esperienza politica, per intelligenza e carattere, ma molto simili per la considerazione di se stessi. Due così non potevano andare d’accordo ed alla fine è andata a finire come era già scritto: a pesci in faccia.
Da un lato Giuseppe Conte, avvocato del popolo di Volturara Appola, la cui carriera politica, nata per far da cuscinetto alle beghe tra Di Maio e Salvini, è sbocciata portandolo a sentirsi improbabile Re Sole, con tanto di cardinal Richelieu al suo fianco (Casalino), e presuntuoso leader di un’alleanza che ricorda più l’armata Brancaleone che un governo. Dall’altro Matteo Renzi, una vecchia volpe della politica, con tutti i pregi ed i difetti che questa definizione comporta, ex sindaco di Firenze e presidente del consiglio con un’esperienza sicuramente superiore a quella di Conte, fin dall’inizio entrato nel Governo non per un senso di responsabilità ma per risultare ancora incisivo a livello politico.
E’ andata come è andata e non bene per gli italiani che, in un momento di incertezza e necessità di soluzioni rapide, si troveranno a gestire una crisi di governo che per forza di cose provocherà rallentamenti ad ogni genere di intervento sia esso sanitario che economico. Non mi sento, tuttavia, di dare tutte le colpe a Renzi che, forse, intuendo le scarse capacità del Governo a varare piani economici che siano strutturali ed a gestire le risorse, ha preferito tirarsi indietro per evitare di trovarsi coinvolto in quel disastro elettorale, già scritto, che coinvolgerà tutti coloro che hanno partecipato a questa maggioranza.
Conte sperava che mollare su qualche intervento sul recovery ed un rimpasto, al solito modo della vecchia politica, sarebbero bastati per ottenere nuovamente la simpatia di Renzi che, invece, non ha accettato le briciole ed ha insistito sui contenuti. La verità è che se si analizzano i fatti e le critiche espresse in questi giorni dai suoi rappresentanti più importanti Italia Viva abbandona il Governo perché non ne condivide le politiche, in particolare quelle economiche, non per irresponsabilità. Se avrà ragione o meno, se è meglio avere un governo inadatto a rispondere alla situazione o impantanarsi in una crisi di difficile soluzione, saranno, purtroppo, ancora una volta gli italiani a scoprirlo.