Crisi di governo, Conte poco incisivo in Parlamento: niente di nuovo sul fronte giallorosso
Il Premier regala promesse a tutti ma il suo discorso manca di sostanza.
Il solito richiamo all’europeismo, alla sua capacità, in quanto premier, di mediatore tra forze politiche differenti, una serie di promesse per “raccattare” consensi ed, infine, l’attacco all’irresponsabilità dell’Idv colpevole di una crisi incomprensibile.
Non c’è niente di nuovo nell’appello di Conte, andato in scena per circa un’ora, alle forze responsabili del paese, per evitare la fine del proprio mandato e l’avvio di un nuovo excursus politico, qualunque esso sia. Un’ora di diretta dal Parlamento che avrebbe dovuto aiutare gli italiani a comprendere meglio quale vuole essere il percorso che il governo intende intraprendere per uscire da una situazione obiettivamente difficile ed ai “costruttori” a capire cosa e come si voleva edificare, al di là dei semplici annunci ridondanti e privi di contenuto.
Non è stato niente di tutto questo ed il premier impeccabile come sempre dal punto di vista dell’eleganza, lo è stato un po’ meno da quello dell’eloquenza. L’impressione è che il discorso di Conte in Parlamento sia servito a poco, nel senso che chi era convinto di appoggiarlo continuerà a farlo, chi non lo era resterà della propria idea, e saranno, infine, i consueti giochi del sottobosco di palazzo a decidere da che parte staranno gli indecisi, alla faccia dei valori sbandierati per anni dai 5stelle.
Si combatte sui numeri, soprattutto, al Senato, ed il discorso di Conte non è stato incisivo. Ci si aspettava, per lo meno, un briciolo di umiltà in più, qualche annuncio in meno, ed un po’ più di sostanza, aspetti che non sono mancati solamente al suo discorso ma più in generale all’operato del suo Governo. Il discorso di Conte è stato un potpourri di argomenti volto in maniera confusa a recuperare appoggi e simpatie un po’ dappertutto: promesse agli imprenditori ed ai commercianti, sino ad ora trattati a pesci in faccia, alle famiglie con le consuete politiche dei bonus a pioggia che non risolvono strutturalmente i problemi, accenni alla parità di genere ed alla valorizzazione della donna, tanto per non lasciare fuori nessuno. Per concludere con un richiamo, che non poteva mancare, a tutti gli avversari del sovranismo per raccogliersi sotto la bandiera dei detentori della democrazia. Proprio lui, unico presidente del consiglio, ad avere voluto la delega ai servizi segreti in un momento in cui forse gli italiani vorrebbero solo un po’ più di trasparenza e concretezza.