Governo, Conte non si dimette: scelta strada del confronto in Parlamento

Conte: "Italia viva si è assunta una grave responsabilità, un danno per il nostro paese”

Dopo il ritiro da parte di Renzi delle ministre Bellanova e Bonetti, il premier Conte ha deciso di non rispondere. In Consiglio dei ministri si limita a dire “Ho accettato le loro dimissioni e informato il Quirinale - dice ai presenti - Italia viva si è assunta una grave responsabilità, un danno per il nostro paese”. La strada che vuole percorrere il premier è quella del confronto in Parlamento. In agenda l’approvazione delle nuove norme sulla pandemia, un nuovo Cdm sullo scostamento di bilancio, all’inizio della prossima settimana la resa dei conti in Parlamento.

In questa settimana il premier potrebbe riprovare a ricomporre l'esecutivo. Ma come fa notare Pietro Salvatori sull'Huffington Post, non sarà Conte a dire no a una ricucitura. Ma non a tutti i costi. “Non ha alcuna intenzione di uscirne umiliato - spiega un parlamentare a lui molto vicino - quindi tenterà tutto il possibile, ma la politica, come piace dire a Renzi, comprende anche il rispetto dell’avversario”. 

Dalle stanze del governo e dai vertici di maggioranza esce un’indicazione - fa notare Salvatori - uscite in sostegno del presidente: parte Di Maio, seguono Crimi, Bonafede, Buffagni, D’Incà, Catalfo, Dadone, Patuanelli. Ma non è un’operazione dei soli 5 stelle. In rapida successione i capi delegazione di Leu, Roberto Speranza e del Pd, Dario Franceschini, come anche il segretario del Nazareno, Nicola Zingaretti.

E di fronte al confronto in consiglio dei ministri Conte risponde: ”Se un partito fa dimettere le sue ministre, questo non può essere considerato un fatto estemporaneo, non si può sminuire la gravità di questa decisione. Ho provato fino all’ultimo minuto utile a evitare questo scenario”. I vertici dei 5 stelle sono convinti: “Proverà la strada del voto in aula e del Parlamento, è molto fiducioso sul numero dei responsabili”.