Governo, Conte si trova a fronteggiare una nuova frattura con i 'pezzi da novanta' del Pd

Il quadro di queste settimane ha provocato una crisi sempre più evidente nell'esecutivo. Ma da Palazzo Chigi fanno sapere che "Nessuno si dimetterà al buio"

Continuano le tensioni nel governo e adesso nervosismi arrivano anche da parte del Partito democratico che fino a poco tempo fa si era detto pronto a difendere l’operato del premier Giuseppe Conte. Dunque il problema non è solamente Italia Viva e Matteo Renzi. Il quadro di queste settimane ha provocato una frattura sempre più evidente nell'esecutivo: nello specifico si stanno incrinando i rapporti tra Conte e alcuni "pezzi da novanta" del Partito democratico.Tuttavia da Palazzo Chigi, scrive Marco Antonellis su Italia Oggi, fanno sapere che "nessuno si dimetterà al buio".
 
Un altro motivo di scontro con Italia Viva è il nodo, irrisolto, del Recovery Fund.
Il premier ha stilato una scaletta chiara: incontri informali con i partiti che lo sostengono, poi con tutta la maggioranza e infine il Consiglio dei Ministri per l'esame definitivo del Recovery Plan. Conte però ha messo subito le mani avanti: per evitare spifferate alla stampa, prima del Cdm nessuna forza politica potrà vedere la stesura definitiva del piano ma saranno consultabili solamente bozze provvisorie. Per il documento finale bisognerà attendere.
Italia Viva non perde l'occasione per rilanciare le polemiche e tuonare duramente contro i giallorossi, sostenendo l'esistenza di un "subgoverno a trazione Pd" e che alla fine i soliti "fortunati" riusciranno a visionare il testo prima di tutti gli altri. Nelle ultime ore Iv ha espresso forte irritazione dopo aver appreso la notizia di una riunione tra Andrea Orlando (vicesegretario del Pd) e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Indiscrezioni confermate che, riferisconoi renziani, "parrebbero confermare quello che lo stesso partito di Matteo Renzi ha più volte stigmatizzato: una maggioranza nella maggioranza".
Teresa Bellanova si sarebbe detta "sconcertata e irritata per un metodo molto poco istituzionale e per nulla teso a quella pari dignità politica più volte sollecitata". Ancor più infastidita "da voci abilmente diffuse di una convocazione di Italia Viva alla riunione di ieri, convocazione mai arrivata". Il ministro delle Politiche agricole, intervenuto ai microfoni di Radio 24, ha colto la palla al balzo per avvertire nuovamente Conte: "Dobbiamo affrontare le emergenze vere di questo Paese, che non è la sorte di alcuni ministri né del presidente del Consiglio. Tutti importanti ma meno importanti delle sorti del Paese". Infine ha affermato: "Conte deve decidere se siamo utili e dare risposte sui temi che abbiamo posto. Per me il problema non è se c'è questo ministro o quell'altro, se Conte fa il presidente del Consiglio o meno". Intanto si continua a parlare di un "rimpastino", con cinque ministri che traballano e che presto potrebbero essere sostituiti nello scacchiere giallorosso.