Nuovo decreto gennaio 2021, fa da 'ponte': regole per 8 giorni. Conte parla stasera?
Il Cdm ha approvato il decreto 'ponte' valido dal 7 al 15 gennaio 2021. Ecco cosa prevede. Non c'è la conferenza stampa di Giuseppe Conte. A metà mese si attende il nuovo provvedimento.
Nuovo decreto gennaio 2021: Conte parla stasera? Il provvedimento fa da 'ponte' e vale una settimana
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo decreto nella notte tra il 4 e il 5 gennaio 2021. Il provvedimento disciplina le regole da rispettare tra il 7 ed il 15 gennaio, per contenere la diffusione dei contagi da Coronavirus.
Si tratta di una sorta di decreto 'ponte' che entrerà in vigore dopo le festività e durerà una sola settimana, in attesa del decreto successivo.
Le misure sono state approvate ieri in Cdm, ma il decreto entrerà in vigore con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Non è ancora stato comunicato se il premier Giuseppe Conte illustrerà stasera le misure nella consueta conferenza stampa.
Articolo in aggiornamento...
Nuovo decreto gennaio 2021: TESTO
Ecco ciò che si legge sul sito del Governo.
Il Consiglio dei Ministri si è riunito lunedì 4 gennaio 2021, alle ore 21.55, a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giuseppe Conte. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza Riccardo Fraccaro.
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PREVENZIONE DEL CONTAGIO DA COVID-19
Ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 (decreto-legge)
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto-legge che introduce ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Il testo prevede:
per il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio 2021, il divieto, su tutto il territorio nazionale, di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, tranne che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma;
nei giorni 9 e 10 gennaio 2021, l’applicazione, su tutto il territorio nazionale, delle misure previste per la cosiddetta “zona arancione” (articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020). Saranno comunque consentiti, negli stessi giorni, gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.
Il testo conferma sino al 15 gennaio, nei territori inseriti nella cosiddetta “zona rossa”, la possibilità, già prevista dal decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, di spostarsi, una sola volta al giorno, in un massimo di due persone, verso una sola abitazione privata della propria regione. Alla persona o alle due persone che si spostano potranno accompagnarsi i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con queste persone convivono.
Resta ferma, per tutto il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio 2021, l’applicazione delle altre misure previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020 e dalle successive ordinanze.
Inoltre, il testo rivede i criteri per l’individuazione degli scenari di rischio sulla base dei quali saranno applicate le misure previste per le zone “arancioni” e “rosse”.
Il testo interviene inoltre sull’organizzazione dell’attività didattica nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, con la previsione della ripresa dell’attività in presenza, per il 50 per cento degli studenti, a partire dal prossimo 11 gennaio.
Infine, per l’attuazione del piano di somministrazione del vaccino contro il contagio da COVID-19, (articolo 1, comma 457, della legge 30 dicembre 2020, n. 178), sono previste specifiche procedure per l’espressione del consenso alla somministrazione del trattamento, per gli ospiti di residenze sanitarie assistite (o altre strutture analoghe), che siano privi di tutore, curatore o amministratore di sostegno e che non siano in condizione di poter esprimere un consenso libero e consapevole alla somministrazione del vaccino.
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Il Consiglio dei Ministri è terminato alle ore 0.35 di martedì 5 gennaio 2021.
Decreto 'ponte' al via: approvato in Cdm
Il Consiglio dei ministri ha approvato, nella notte tra il 4 e il 5 gennaio, il nuovo decreto Covid contenente le misure da rispettare dal 7 al 15 gennaio. Il provvedimento entrerà in vigore con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Stop spostamenti tra le regioni, zona arancione il 9 e 10 gennaio con bar e ristoranti chiusi sono solo alcuni dei punti delineati in Cdm.
Fa eccezione la riapertura di scuole superiori e licei. Il ritorno in classe è infatti slittato all'11 gennaio. La decisione è arrivata dopo una lunga mediazione portata avanti dal premier Giuseppe Conte fra Pd da un lato e M5S e Italia Viva dall'altro.
Decreto ponte: stop allo spostamento fra Regioni
Nel nuovo decreto "ponte" è previsto ancora lo stop allo spostamento tra Regioni fino al 15 gennaio, mentre il weekend del 9 e 10 gennaio vedrà tutta Italia in zona arancione, con bar e ristoranti chiusi. Il provvedimento prevede anche l'inasprimento delle soglie per far scattare misure più restrittive, decretando nuove zone arancione o rosse.
Ecco che cosa prevede il nuovo decreto Covid nel dettaglio:
- per il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio 2021, il divieto, su tutto il territorio nazionale, di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, tranne che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma;
- nei giorni 9 e 10 gennaio 2021, l’applicazione, su tutto il territorio nazionale, delle misure previste per la cosiddetta “zona arancione” (articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020). Saranno comunque consentiti, negli stessi giorni, gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.
- Il testo conferma sino al 15 gennaio, nei territori inseriti nella cosiddetta 'zona rossa', la possibilità, già prevista dal decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, di spostarsi, una sola volta al giorno, in un massimo di due persone, verso una sola abitazione privata della propria regione. Alla persona o alle due persone che si spostano potranno accompagnarsi i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che con queste persone convivono.
- Resta ferma, per tutto il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio 2021, l’applicazione delle altre misure previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020 e dalle successive ordinanze.
- Inoltre, il testo rivede i criteri per l’individuazione degli scenari di rischio sulla base dei quali saranno applicate le misure previste per le zone “arancioni” e “rosse”.
- Il testo interviene inoltre sull’organizzazione dell’attività didattica nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, con la previsione della ripresa dell’attività in presenza, per il 50 per cento degli studenti, a partire dal prossimo 11 gennaio.
- Infine, per l’attuazione del piano di somministrazione del vaccino contro il contagio da COVID-19, (articolo 1, comma 457, della legge 30 dicembre 2020, n. 178), sono previste specifiche procedure per l’espressione del consenso alla somministrazione del trattamento, per gli ospiti di residenze sanitarie assistite (o altre strutture analoghe), che siano privi di tutore, curatore o amministratore di sostegno e che non siano in condizione di poter esprimere un consenso libero e consapevole alla somministrazione del vaccino.
Nuovo decreto, la riapertura della scuola slitta: ecco la data
La riapertura scolastica è stato un dei nodi più duri da sciogliere. Da un lato c'era chi voleva la riapertura il 7 gennaio, dall'altro chi la riteneva imprudente.
Il Cdm di ieri è stato animato da una lunga discussione: il capo delegazione del Pd Dario Franceschini, appoggiato dall'area più 'rigorista' del governo, era infatti favorevole a posticipare le riaperture delle scuole superiori e dei licei, spostando il ritorno sui banchi "non prima del 15 gennaio". Ma ad opporsi con forza a un rinvio era il M5S con la ministra della Scuola Lucia Azzolina, fermi sulla linea dei ritorno nelle aule dal 7 gennaio. Fortemente critiche anche la ministre di Iv, che hanno parlato di "un caos inaccettabile" sul capitolo scuola, "segno di un fallimento del processo di riapertura e del ritorno sui banchi".
Per Azzolina, infatti, "i contagi non sono imputabili alla scuola, non è quella la fonte dei focolai - ha detto la ministra all'Adnkronos - i nostri ragazzi hanno pagato sin troppo, basta chiedere loro sacrifici". Intanto la discussione prosegue, il dl sulle misure da adottare dopo l'Epifania non è stato ancora approvato.
Nuovo decreto: riapertura scuole l'11 gennaio
La riapertura delle scuole superiori e dei licei slitta all'11 gennaio con la previsione della ripresa dell’attività didattica in aula per il 50% degli studenti. Questa la mediazione raggiunta in Consiglio dei ministri, dove il Pd era favorevole al ritorno nelle classi dopo il 15 gennaio e il M5S e Iv fermamente contrari, pronti a confermare la data del 7. Alla fine il punto di caduta è stato raggiunto fissando la riapertura per lunedì 11. A trovare un punto di incontro, in un Cdm dove si è discusso animatamente sul tema, il premier Giuseppe Conte che avrebbe invitato Pd, M5S e Iv a trovare una data che mettesse d'accordo tutti, superando l'empasse.
Il testo del nuovo decreto Covid con le misure, approvato in nottata, "interviene sull’organizzazione dell’attività didattica nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, con la previsione della ripresa dell’attività in presenza, per il 50 per cento degli studenti, a partire dal prossimo 11 gennaio".
Nel corso della riunione, la ministra dei Trasporti Paola De Micheli avrebbe spiegato di aver approntato un modello organizzativo scollegato dalla dimensione prettamente sanitaria, perché è impossibile - il ragionamento - sapere come il virus si diffonde su pullman e bus. Ma le sue parole avrebbero provocato l'ira dei 5 Stelle e in particolare del capo delegazione Alfonso Bonafede, animando il dibattito in un Cdm di fuoco.