politica
13 Maggio 2022
Roma, 13 mag. (Adnkronos) - "Le telefonate (almeno le mie) con Giorgio Pasetto erano sempre lunghe, analitiche, articolate e sofisticate. Mi capitò la fortuna di averlo come insostituibile interlocutore politico a Roma e nel Lazio almeno per quindici anni. Era un uomo molto colto, permeato fino alla sua intima essenza dalla politica, democratico e molto per bene. Eravamo diventati davvero amici; mi portava spesso un barattolino di capperi di Pantelleria. Una delizia, appunto, che riservava solo agli amici. Egli ha gestito direttamente molto potere, ma senza rimanerne dipendente e assuefatto. Gli interessavano le idee, la gara tra le intelligenze, la cultura dei territori, la crescita nella sua parte politica (la Dc e i suoi ulteriori sviluppi) di nuove generazioni in grado di conoscere il passato e di prepararsi così meglio al futuro". Lo scrive su Facebook Goffredo Bettini, dirigente del Pd.
"Fu uno dei protagonisti dell’Ulivo. Un arco di tempo -ricorda- nel quale abbiamo deciso insieme tante cose positive (tra le quali la candidatura di Badaloni alla Regione Lazio) e abbiamo discusso volendoci bene. Non mollava nulla Giorgio. Nei confronti ti aspettava al varco, con pazienza e sorniona attesa. Poi tirava giù la carta a cui teneva. Una maestria di tecnica politica che solo una certa scuola democristiana ha reso 'esteticamente' bella. Giorgio, infine, era profondamente umano. Come sanno esserlo solo certi sinceri cattolici democratici; che alla fine sanno relativizzare, e dunque non si attaccano alla certezza delle ideologie da brandire ma si piegano dolcemente, in ogni occasione, alla vita. Il mio più grande abbraccio alla famiglia".
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