Gli effetti delle tensioni Usa-Cina sulla partnership cinese di Pirelli

I profitti volano ma la presenza di Sinochem, che detiene il 37%, è un ostacolo alla crescita oltreoceano

Dieci anni fa, l’ingresso dei cinesi era salutato positivamente in quella occasione Tronchetti Provera aveva detto: “Pirelli ha un azionista cinese, ma testa e cuore rimangono in Italia” (La Repubblica, 23/03/2015). Adesso pero’ una minaccia geopolitica sta facendo crollare l’accordo. Il mercato americano, che vale 1,7 miliardi per Pirelli, è diventato problematico da quando il governo Trump ha messo le mani avanti con leggi che vietano tecnologie legate a Cina e Russia (Financial Times). In questo contesto molti temono che i pneumatici supertecnologici con software Cyber Tyre vengano banditi in USA. Intanto, il Financial Times titola “Pirelli spinge il proprietario cinese a tagliare la quota per timore del blocco di Trump” e il Corriere della Sera rincara la dose: “A rischio il mercato americano”. Il contrasto fra Usa e Cina si è intensificato ed è andato a coinvolgere anche Pirelli proprio per le nuove regole imposte dall’amministrazione americana che vietano la vendita del suo Cyber Tyre.  Alla Bicocca il conflitto si è fatto così teso tanto che Sinochem ha addirittura votato contro il bilancio 2024, che però è stato approvato lo stesso (con dividendi da 250 milioni, di cui 92,5 milioni finiscono a Pechino, Bilancio Pirelli 2024). Si è creata una situazione di stallo che rischia di danneggiare Pirelli compromettendone lo sviluppo in uno dei mercati più rilevanti per i pneumatici High Value, core business della società. Al di là del caso Pirelli, il punto e’ che da ora in poi qualunque potenziale investitore straniero non UE rischia a causa delle azioni del Presidente USA Donald Trump di non poter piu’ investire in Italia e in Europa. Un tale messaggio potrebbe essere inviato anche a potenziali investitori indiani ad esempio visto che i rapporti tra USA e India non sono ottimi al momento. L’italia pero’ deve decidere ora in modo sovranista se escludere a priori tutti gli investitori non graditi a Washington oppure, come molti invocano, trovare nuovi mercati senza cedere ai ricatti. Ora con i dazi e le operazioni pro sicurezza di Trump si rischia un precedente molto pericoloso in tema di futuri investimenti strategici tech in Italia.  C’e’ poi un secondo problema, l'ex sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico italiano, Michele Geraci, che aveva sostenuto l'adesione di Roma alla Belt and Road Initiative cinese, teme una reazione negativa da parte della Cina: “Quando un'azienda italiana avrà problemi in Cina, pagherà il prezzo di questa decisione italiana”. Ricordiamo in fine che Pirelli è presente in Cina dal 2005. Tra i tre stabilimenti locali, quelli di Yanzhou e Shenzhou si trovano entrambi nel parco industriale HIXIH, a Yanzhou, nella provincia di Shandong. Anche il centro di ricerca e sviluppo e innovazione Pirelli APAC si trova nello stesso parco industriale, dove vengono implementate le ultime innovazioni e tecnologie.