Saipem, la partnership con Cooec spinge il Gruppo italiano in testa nel concorso indetto da QatarEnergy, il progetto vale €5 mld
Saipem sembra vicina ad aggiudicarsi il contratto per il COMP5, a Piazza Affari le quotazioni spinte anche dal rialzo del valore del greggio; nei primi 9 mesi del 2025 order intake di €7,5 mld
La joint venture tra Saipem e la cinese Offshore Oil Engineering Company (Cooec), che ha chiuso in progresso dello 0,56% alla Borsa di Shanghai, sarebbe in testa nella gara indetta da QatarEnergy per aumentare la produzione del North Field LNG, il gas naturale liquefatto. Piazza Affari considera la potenziale aggiudicazione del contratto per il progetto NFPS (North Field Production Sustainability) da oltre 5 miliardi di dollari, noto come COMP 5.
I concorrenti
Le offerte commerciali per il progetto COMP 5 sono state presentate a inizio 2025 da almeno quattro consorzi o società, con closing previsto a breve. Tra gli altri principali offerenti figurano la sudcoreana HD Hyundai Heavy Industries, la statunitense McDermott International e il gruppo indiano Larsen & Toubro (L&T).
Dati recenti
Lo scorso anno Saipem si era aggiudicata un contratto EPC offshore (di ingegneria, approvvigionamento, costruzione e installazione) da 4 miliardi di dollari per i progetti COMP 3A e COMP 3B del programma di compressione offshore NFPS. Nei primi nove mesi del 2025 l’order intake di Saipem ha raggiunto 7,5 miliardi di euro, mentre nel quarto trimestre dell’anno, finora, l’acquisizione ordini dovrebbe essere pari a circa 1 miliardo di euro.
Stimati 13,2 miliardi di euro per l’intero 2025 (rispetto ai 18,8 miliardi del 2024), ciò implica un order intake di 5,7 miliardi nell’ultimo trimestre. “Pur riconoscendo che il dato finale potrebbe risultare inferiore alle nostre stime, a causa di slittamenti nell’aggiudicazione di alcuni progetti al 2026 – scrivono in un report - continuiamo a ritenere che l’outlook commerciale per Saipem rimane solido, in particolare nel segmento Offshore”. La quotazione è sostenuta inoltre dagli acquisti generalizzati sul greggio, a seguito del blocco “totale e completo" deciso dal presidente americano Trump per tutte le petroliere sanzionate che entrano ed escono dal Venezuela, al quale si accompagna la minaccia di una presenza militare.