Dazn valuta partnership con i club di Serie A, ipotesi conversione in equity del 10% dei diritti tv, valutati €700 milioni
Avviati colloqui con tre-quattro proprietà per un ingresso da 70 milioni in vista dell’IPO 2027 a Wall Street; il modello ricalca le operazioni Nfl-Espn e gli accordi azionari di Spotify con i detentori dei diritti
Prime valutazioni della partnership
Dazn sta analizzando una possibile evoluzione del rapporto con la Serie A in un momento in cui il settore dei media sportivi è impegnato a ridefinire modelli di business, ricavi e assetti proprietari. La piattaforma ha avviato i primi contatti con alcuni proprietari di club, soprattutto fondi di private equity, per verificare il potenziale interesse verso un progetto che unisca diritti sportivi e partecipazione azionaria. L’obiettivo sarebbe rafforzare la relazione con i club in vista delle future strategie di mercato e della crescente competizione nello streaming sportivo.
Il piano allo studio prevede la conversione in equity del 10% del valore annuo dei diritti tv che Dazn corrisponde alla Lega Serie A, pari a 700 milioni di euro. La quota, stimata in 70 milioni, consentirebbe alle società calcistiche di acquisire una partecipazione diretta nella piattaforma, trasformando parte dei ricavi garantiti dalla vendita dei diritti in un asset finanziario. Questo modello consentirebbe ai club di partecipare all’eventuale rivalutazione della società, oltre che al suo sviluppo internazionale.
Progetto legato alla futura IPO del 2027
La struttura dell’operazione è legata alla quotazione che Dazn punta a realizzare nel 2027 a Wall Street. L’ingresso dei club nel capitale rappresenterebbe un elemento di rafforzamento del profilo industriale del gruppo, con l’obiettivo di presentarsi al mercato con una base azionaria più ampia e un legame più forte con i principali generatori di contenuti calcistici. In questo contesto, la partnership mirerebbe a valorizzare la stabilità dei rapporti di lungo periodo.
La trattativa è in fase iniziale. Dazn punta a definire un primo accordo con tre o quattro proprietà, per poi estendere il confronto anche ad altre società del massimo campionato. La priorità è individuare partner con capacità finanziaria e visione industriale di lungo periodo, potenzialmente interessati a una combinazione tra ricavi certi dei diritti e ritorno azionario.
Modelli già sperimentati nel mercato USA
La possibile operazione richiama modelli già in uso nel mercato statunitense, dove leghe e broadcaster hanno sperimentato forme di integrazione tra diritti e capitale. Tra questi, l’accordo tra Nfl ed Espn, basato su scambi tra contenuti e partecipazioni, o le operazioni di Spotify con alcuni detentori di diritti musicali, che hanno ottenuto equity in cambio dell’accesso al catalogo. Questi precedenti indicano un’evoluzione nel rapporto tra contenuti e piattaforme, con effetti sia finanziari sia strategici.