Copenaghen Infrastructure Partners, la controllata Elgin annuncia due impianti agrivoltaici in Sicilia e Lombardia, 190 MW e €150 mln di investimento

Previsti 30 MW in Sicilia con BESS da 30 MW e 130 MW in Lombardia; le iniziative rientrano nel piano da 3 GW al 2030 e generano indotto, nuova occupazione e integrazione tra produzione energetica e attività agricole

Elgin, player europeo nel settore delle energie rinnovabili e dal 2024 parte del gruppo Copenaghen Infrastructure Partners (CIP), annuncia due nuove operazioni in Italia per lo sviluppo di due impianti agrivoltaici di grande scala, in Sicilia e in Lombardia, con una capacità totale di oltre 190MW e un valore stimato per la costruzione di 150 milioni di euro.

In Sicilia, Elgin prevede di sviluppare un impianto agrivoltaico da 30MW, dotato di un sistema di accumulo BESS (Battery Energy Storage system) di ulteriori 30MW, che permetterà di stabilizzare l’energia immessa in rete. Grazie a una struttura a moduli rialzati e tecnologie di monitoraggio, l’impianto consentirà di minimizzare l’impatto sul suolo e di ottimizzare le attività agricole esistenti valorizzando le potenzialità produttive dell’area e generando, allo stesso tempo, energia sostenibile.

Il secondo progetto riguarda la regione Lombardia, dove Elgin proporrà un impianto agrivoltaico da 130MW, sviluppato su risaia con sistemi digitali di controllo e un’attenta gestione del terreno, che consentiranno di coniugare efficienza energetica, continuità agricola e tutela dell’ecosistema locale, nel pieno rispetto delle più recenti linee guida nazionali sull’agrivoltaico.

“I due nuovi impianti rappresentano un passo fondamentale nella strategia di Elgin in Italia, che punta a sviluppare oltre 3 GW di progetti entro il 2030”, ha affermato Dermot Kelleher, CEO di Elgin. “Questi progetti, dimostreranno come sia possibile integrare in modo virtuoso produzione energetica, tutela del territorio e continuità delle attività agricole. Continueremo a investire in iniziative che portino benefici concreti alle comunità locali e che supportino il percorso di decarbonizzazione del Paese contribuendo anche alla riduzione del costo dell’energia elettrica, attualmente tra i più cari d’Europa”.

Oltre a contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei in termini di produzione di energia rinnovabile, i due progetti genereranno un impatto economico significativo sui territori. La fase di costruzione attiverà, infatti, un indotto significativo, coinvolgendo imprese locali e creando nuovi posti di lavoro. A regime, gli impianti richiederanno figure dedicate alla manutenzione, alla gestione agronomica e al monitoraggio digitale. La natura agrivoltaica dei progetti permetterà inoltre agli operatori agricoli della zona di diversificare i propri ricavi, creando nuove opportunità di sviluppo rurale.