Rapporto Luiss-Intesa Sanpaolo, adozione dell’AI più alta nelle imprese familiari guidate da Millennial e Gen Z

Lo studio su 350 imprese familiari evidenzia maggiore uso dell’AI nelle aziende con leader più giovani e con piani di successione formalizzati, insieme a differenze nei livelli di investimento legate ai modelli di governance

Le imprese guidate da CEO appartenenti alle generazioni Millennial o Gen Z presentano tassi di adozione dell’AI superiori alla media: sono i risultati emersi dal primo rapporto di ricerca dell’Osservatorio Family Business Innovation di Luiss Business School e Intesa Sanpaolo.

Lo studio è stato presentato nel corso dell’evento “Le imprese familiari italiane nell’era dell’intelligenza artificiale” organizzato da Intesa Sanpaolo e Luiss Business School presso l’Auditorium Intesa Sanpaolo a Torino. L'incontro è stato introdotto dai saluti del Presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros Pietro, e del Dean della Luiss Business School, Raffaele Oriani.

Stefania Trenti, Head of Industry & Local Economies Research Department Intesa Sanpaolo, ha presentato i risultati dell’ultima indagine interna, realizzata con il supporto dei gestori imprese, sull’importanza degli investimenti in tecnologia e in AI, mentre Alessandra Perri, Professoressa di International Management e condirettrice dell’Osservatorio Family Business Innovation Luiss Business School, ha presentato il primo rapporto dell’osservatorio Family Business Innovation, da cui è emersa l’adozione crescente dell’intelligenza artificiale nelle imprese familiari.

A seguire Giuseppe Ambroggio, Founder e CEO AWAX, Gian Franco Cillario, Regional Managing Director Europe Eurostampa, Marco Gay, Presidente Unione Industriali Torino, Marta Testi, Chief Executive Officer Elite, e Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, si sono confrontati sulla necessità per le imprese familiari di saper innovare e creare valore per restare competitive.

La ricerca

Il rapporto ha analizzato approcci all'innovazione, ambiti di applicazione e fattori che favoriscono o limitano la valorizzazione dell’IA nelle imprese familiari italiane. L’obiettivo dello studio è offrire una lettura dei comportamenti innovativi delle imprese esaminate, affiancandola a un’indagine approfondita delle diverse configurazioni familiari che emergono, per individuare le tendenze e le dinamiche che influenzano l’impiego e la diffusione dell’AI nel tessuto imprenditoriale italiano. L’analisi si basa su microdati relativi ad un campione di 350 imprese italiane con oltre 10 dipendenti e un fatturato superiore ai 2 milioni di euro, stratificato per settore, addetti e macroarea. Le imprese del campione appartengono prevalentemente al settore manifatturiero (86,30%), sono localizzate prevalentemente nei territori del Nord Ovest e del Nord Est (63,14%), hanno una dimensione compresa tra 10 e 99 addetti (91%) e fanno registrare un fatturato tra i 2 e i 50 milioni di euro (86%). L’approccio utilizzato ha permesso di identificare cinque configurazioni distinte: le imprese Founder led, guidate direttamente dal fondatore; le Family-run (informal), caratterizzate da un controllo familiare senza strumenti di governance formali; le Family professionalized, dotate di meccanismi di governance familiare formali e orientate alla professionalizzazione; le imprese Symbolic, in cui la famiglia mantiene la proprietà, ma non partecipa alla gestione; le Mixed, che rappresentano un gruppo residuale con caratteristiche ibride.

In questo panorama di imprese familiari, internamente eterogeneo per grado di professionalizzazione e modelli di governance e gestione, a diverse configurazioni di influenza familiare sono associate differenti strategie di investimento e innovazione. Dallo studio infatti emerge che se, in media, l’84% del campione investe in innovazione, sono le Family professionalized (89%) e le Family-run (informal) (88%) a mostrare la propensione più alta, mentre le imprese Founder-led e Symbolic mostrano livelli inferiori di attività innovativa. Tale evidenza suggerisce che la presenza di processi formali di governance oppure un maggiore coinvolgimento operativo di diversi membri della famiglia possono costituire percorsi alternativi, ma entrambi potenzialmente efficaci, per sostenere l’innovazione. Il risultato si rafforza ulteriormente quando si considera la presenza di un piano di successione formalizzato, che sembra costituire un fattore abilitante per l’innovazione. Anche guardando all’adozione dell’Intelligenza Artificiale, dallo studio emerge che è il fattore generazionale ad essere dirimente: le imprese guidate da generazioni più giovani (Millennials/Gen Z) mostrano una maggiore propensione all’adozione dell’AI (44%) rispetto alle imprese guidate da Boomers o Silent Generation (33%). Inoltre, in continuità con quanto osservato per l’investimento in innovazione, l’adozione di tecnologie di IA è più diffusa tra le imprese familiari con un piano di successione formalizzato.

Lo studio conferma l’impegno della Luiss Business School e di Intesa Sanpaolo per le imprese familiari italiane, che costituiscono l’ossatura del sistema economico e produttivo del nostro Paese. L’Osservatorio Family Business Innovation arricchisce una collaborazione nata con l’Executive Programme in Global Family Business Management, che nel 2025 ha raggiunto l’ottava edizione. Il programma mira a fornire ai partecipanti tutti gli strumenti necessari per affrontare i capitoli più importanti e delicati nella vita delle aziende familiari: dalla strategia alla gestione, dal passaggio generazionale all’internazionalizzazione, fino all’individuazione delle opportunità di crescita. Svolto in collaborazione con l’Istituto de Empresa a Madrid e la Iéseg School of Management, leader in Europa per la formazione nel campo del family business, il programma si rivolge alle nuove generazioni di imprenditori e imprenditrici familiari per affrontare al meglio le sfide del futuro.

Le imprese familiari sono la dimensione aziendale più caratterizzante e rappresentativa del Made in Italy, dove si concentrano i maggiori investimenti di crescita” ha dichiarato Raffaele Oriani, Dean Luiss Business School. “Come ha evidenziato lo studio presentato dall’Osservatorio, politiche formali di governance, professionalizzazione e transizione generazionale sono fattori abilitanti per l’innovazione, che permettono alle nostre imprese familiari di esplorare e introdurre strumenti di trasformazione digitale avanzata. Siamo orgogliosi di sostenere le imprese familiari, con le nostre attività di formazione e ricerca”.

Siamo la banca di riferimento delle imprese italiane, con oltre 250.000 PMI clienti della Divisione Banca dei Territori, e sosteniamo l’economia reale con 36 miliardi di euro di nuovo credito nei primi nove mesi dell’anno. Crediamo tuttavia che oggi sia necessario offrire alle imprese un supporto più ampio, creando le condizioni per garantirne la crescita competitiva dall’accompagnamento nei processi di trasformazione digitale al passaggio generazionale – sottolinea Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo. Con Luiss Business School, da ormai otto anni, portiamo avanti un programma di alta formazione dedicato al Family Business che ha visto ad oggi la partecipazione di circa 120 allievi, che affronteranno un percorso importante con impatti sulla governance delle loro imprese, proprio con l‘obiettivo di non disperderne il valore costruito nel tempo e di implementare nuovi modelli di leadership”.