Guerra delle Ops costa quasi a Mps-Mediobanca €140 milioni in consulenze finanziarie e legali, mentre a Unicredit €50 milioni e Banco BPM €45,2 milioni
In nove mesi Mediobanca e Mps hanno speso €45,3 mln e €94 mln in consulenze legali e finanziarie; investiti €9,6 mln da Banca Ifis per l’acquisizione di Illimity, mentre Unicredit e Banco Bpm registrano rispettivamente 50 e 45,2 milioni per difendersi nel risiko bancario
La lunga battaglia tra Mps e Mediobanca, durata nove mesi – da fine gennaio a metà settembre – ha generato un conto complessivo quasi di 140 milioni di euro in consulenze finanziarie e legali. Una cifra che dimostra la portata del risiko bancario più rilevante degli ultimi anni, culminato con la conquista dell’86,3% di Mediobanca da parte dell’istituto senese guidato da Luigi Lovaglio, mentre la merchant bank di Alberto Nagel tentava di difendersi mettendo sul tavolo anche l’operazione su Banca Generali.
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I costi aggiuntivi delle due banche
Nell’ultima trimestrale, Mediobanca ha contabilizzato 45,3 milioni di euro di costi straordinari, connessi sia all’offerta pubblica di Mps, sia alla mancata Ops su Banca Generali, bocciata dai soci ad agosto.
Molto più elevata, invece, la spesa sostenuta da Mps, che nella relazione dei primi nove mesi segnala "94 milioni di euro più Iva e spese, includendo consulenze connesse ai procedimenti autorizzativi - anche presso le giurisprudenze estere - contributi alle autorità di vigilanza".
Mps, quindi, ha speso oltre il doppio di Mediobanca, nonostante la banca milanese si sia trovata a gestire due operazioni straordinarie in parallelo.
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Gli altri precedenti del risiko bancario
Ben più contenuti i costi dell’acquisizione da oltre 300 milioni di Illimity da parte di Banca Ifis, chiusa a luglio. La semestrale del gruppo veneziano guidato da Frederik Geertman registra infatti solo 9,6 milioni di oneri non ricorrenti, legati quasi interamente all’opas.
Nel frattempo, Ifis ha completato il closing su Euclidea, da cui nascerà Furstenberg Sim, nuova piattaforma di private banking e wealth management.
Il caso Unicredit e l'intervento del golden power
Non tutte le banche hanno comunicato il dettaglio dei costi sostenuti. Unicredit, che a novembre ha tentato un’Ops su Banco Bpm, bloccato poi dal governo con lo strumento del golden power, non ha diffuso cifre complessive. La sua semestrale, però, mostra un aumento delle spese di comunicazione e marketing di 11 milioni e delle consulenze da 44 a 50 milioni. Un segnale che potrebbe essere legato alle inizaitive del risiko, anche se da parte dell'istituto bancario non ci sono state conferme ufficiali.
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Le spese di chi si è difeso: il caso Banco Bpm
Anche chi ha dovuto respingere un'offerta ostile ha sostenuto costi elevati come Banco Bpm chetra novembre e luglio, ha fronteggiato la mossa di Unicredit e avviato altre operazioni straordinarie. La semestrale di Piazza Meda riporta oneri una tantum per 45,2 milioni, comprendenti: la difesa contro l’Ops ostile, l’acquisizione del controllo di Anima Holding tramite opa, progetti legati all’integrazione di precedenti aggregazioni, come Vera Vita.
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