Servizi immobiliari in crescita in Europa, fatturato a 450 mld € nel 2024, +3,6% su base annua, 51,6 mld per l'Italia, +29%

Secondo quanto riportato dall’11esimo rapporto sulla filiera dei Servizi immobiliari in Europa e in Italia, il nostro paese risulta uno dei paesi più intraprendenti dopo la Germania, con un aumento stimato del 5,4% entro fine anno

I dati presentati dall’11esimo rapporto sulla filiera dei servizi immobiliari in Europa e in Italia, nel corso del secondo forum nazionale sull’industria dei servizi immobiliari organizzato da Scenari Immobiliari parlano chiaro: il settore Europeo dei servizi immobiliari continua al momento ad essere uno dei motori più laboriosi dell’economia continentale. Nel 2024 il settore, che comprende consulenza, gestione, progettazione e servizi collegati, ha raggiunto un valore di quasi 450 miliardi di euro, con una crescita del 3,6% rispetto all’anno precedente e con una previsione di crescita ulteriore del 2,5 % per il 2025. Per l'Italia un fatturato di 51, 6 miliardi, +11,6 miliardi sul 2023, con una crescita del 29%.

Servizi immobiliari in crescita in Europa, fatturato a 450 mld € nel 2024, +3,6% su base annua, 51,6 mld per l'Italia, +29%

Sebbene la Germania si riconfermi come il mercato più competitivo, con 152 miliardi di fatturato e una crescita del 2,3%; l’Italia si incammina verso un trend espansivo, con 51,6 miliardi di fatturato nel 2024 ed un  aumento stimato del 5,4% entro fine anno. Il nostro paese rafforza la propria rilevanza anche in termini di incidenza sul prodotto interno lordo (pil). Di fatto, costruzioni e attività immobiliari salgono al 20,7% del pil, sostenute da una crescita dello 0,5% nei servizi immobiliari e dello 0,1% nello sviluppo. Il solo settore immobiliare pesa per il 13,1% del prodotto interno, mentre lo sviluppo vale un ulteriore 2,3%.

Come dichiarato da Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari "in Italia anche nel 2024 si conferma la rilevanza delle attività immobiliari all’interno dello scenario economico nazionale, con una quota pari al 13,1% del pil. L’industria delle costruzioni, con un peso del 5,3%, registra invece un consolidamento dei livelli raggiunti nel biennio precedente".

Nel resto d’Europa

In Francia e nel Regno Unito si registra invece un peso complessivo del settore immobiliare e delle costruzioni sul pil intorno al 18,5%. Nonostante ciò, la Germania, pur rimanendo leader in valore assoluto, presenta quote inferiori alla media europea: attività immobiliari sotto il 10,5%, sviluppo all’1,8% e costruzioni al 4,5%.

I paesi Europei in ambito occupazione

In ambito occupazionale la Germania si conferma prima nel mercato europeo con 2,56 milioni di addetti distribuiti in oltre 370 mila imprese ed una dimensione media di 6,9 addetti. Segue il Regno Unito, con un gap di 356 mila lavoratori. La Francia raggiunge invece 2,16 milioni di occupati, in crescita del 41,2% dal 2015, mentre la Spagna segna un +33% nello stesso periodo, con imprese salite a quasi 450 mila.

In Italia gli occupati superano 1,7 milioni, ma con un tessuto imprenditoriale molto frammentato per cui su 560 mila imprese, si contano tre addetti medi per azienda. Tra gli addetti diretti e indiretti del comparto servizi si arriva quasi a 350 mila unità, ma la percentuale sul totale della forza lavoro (0,3%) resta ancora lontana dalla quella che è la media europea.

La dimensione media: tante piccole aziende

Con 0,5 addetti per impresa, la dimensione delle aziende rimane abbastanza ristretta. Si conferma dunque la predominanza di micro e piccole realtà: 93,5% in Italia e oltre l’88% in Spagna. Ciò sembra essere dovuto anche alla pandemia, la quale ha contribuito a rafforzare questa tipologia di struttura, invertendo il processo di riduzione della quota delle piccole imprese registrato negli anni precedenti. Al contrario appare una diversa realtà in altri paesi Europei in cui, le grandi aziende continuano a rappresentare una parte significativa del mercato. E’ il caso del Regno Unito (oltre 45%) e Francia (oltre 40%). In Germania cresce il peso delle realtà medie e grandi, che nel 2023 hanno raggiunto rispettivamente il 13,5% e il 16% del valore aggiunto.

‎Le nuove sfide per il settore Immobiliare

Nuove sfide come la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale ed il mondo della sostenibilità mettono oggi alla prova il settore. Come dichiarato da Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari: "Le dinamiche finanziarie attuali stanno delineando nuovi scenari e opportunità per gli operatori del real estate" "Innovazione tecnologica, dati alternativi, sostenibilità e cybrecurity stanno diventando leve essenziali per rispondere alla crescente complessità normativa e alle esigenze dei clienti".

ESG e AI

I criteri ESG continueranno a essere un punto di riferimento nelle scelte degli investitori, ma come sottolinea Francesca Zirnstein, sarà fondamentale superare l’attuale rigidità dei sistemi di certificazione, adottando indicatori più agili e aggiornabili. Un ruolo importante potrebbe giocarlo l’intelligenza artificiale, anche se i dubbi su questa tecnologia ancora permangono. "L’AI sta assumendo un ruolo sempre più operativo nel real estate, modificando i ruoli professionali – soprattutto a livello entry-level – e migliorando l’efficienza dei team. Quasi tutte le società del settore stanno esplorando applicazioni concrete, con particolare dinamismo nel residenziale, dove si registrano i primi risultati tangibili in termini di customer experience, digitalizzazione dei servizi e ottimizzazione dei processi".