Il battito di Pisa 1940, con un volume d'affari per la prima volta superiore alla quota di 100 milioni
"Un business a prova di Geopolitica", assicura l'amministratore delegato Chiara Pisa; Il fatturato record del gruppo diviso a metà tra clientela turistica e residenziale
Un volume d’affari per la prima volta superiore a quota 100 milioni di euro (per la precisione, 106,492 milioni) con un aumento di 11,25 punti percentuali sul 2023. È l’ultima positività di bilancio in ordine di tempo di una realtà il cui business non sembra accusare flessioni, come confermato tra l’altro dal parziale al 31 agosto 2025, contraddistinto da un ulteriore +1,95% di crescita. Grazie a un 2024 andato in archivio con numeri da primato, Pisa 1940, presenza di prim’ordine nel campo del retail orologiero milanese, conferma il suo processo di crescita. Frutto di un percorso che in tempi recenti si è concentrato sempre di più su quella che viene definita la "comunità di casa", il cui peso ha avuto di conseguenza un impatto sempre più significativo sulla voce ricavi dell’azienda.
"Circa la metà del nostro fatturato – commenta l’amministratore delegato Chiara Pisa – è originato dalla clientela nazionale. Avere una base locale solida rende l’azienda più stabile, ci permette di pianificare senza dipendere dai flussi turistici e dagli scossoni geopolitici. L’Italia pesa insomma il 50% del fatturato, ma è il 100% della nostra identità".
Una performance che per chiarezza si giustifica anche con il cronico aumento dei listini, ma che va sottolineata perché in controtendenza con l’andamento di un settore penalizzato dalla flessione del- l’area Asia-Pacifico e dalla frenata del mercato americano a seguito dell’introduzione dei dazi al 39% (dai dati sulle esportazioni relativi ai primi otto mesi dell’anno rilasciati dalla Fédération de l’industrie horlogère suisse Fh la varia- zione è nell’ordine del -1% ma con picchi negli ultimi mesi del -16,5%).
A concorrere al fatturato di Pisa 1940 anche il secondo polso, al suo primo anno a regime, business che secondo gli analisti è destinato a raddoppiare entro il 2030. "Le sensazioni sono positive – commenta Chiara Pisa – ma dovremo essere in grado di cogliere i segnali che il settore ci invierà ed essere pronti a seguirne il corso con prontezza. L’implementazione di una tecnologia che aiuti a certificare l’autenticità e la tracciabilità degli orologi è ugualmente importante".
In tema di tecnologia, l’anno in corso ha visto l’apertura alla criptovalute. "L’integrazione delle criptovalute nei sistemi di pagamento retail– continua Pisa – rappresenta un importante passo verso l’adattamento alle esigenze di un merca- to in continua evoluzione. Il contesto delle criptovalute al momento gode certamente di maggiore apprezzamento al- l’estero, per cui, considerata la fetta di pubblico internazionale che si affida a Pisa per i propri acquisti, abbiamo ritenuto utile venire incontro ai visitatori, offrendo un sistema di pagamento evoluto che ci permetta di accedere a nuovi mercati, di ridurre i costi di transazione, di migliorare la sicurezza delle transazioni stesse con l’ausilio di tecnologie basate su registri distribuiti come la blockchain, mitigando così il rischio di frodi e chargeback e di mantenere alta la nostra immagine in termini di innovazione e modernità. È nata così la partnership con Lunu Pay che, supportando oltre 100 portafogli crypto permette ai nostri clienti di acquistare orologi e gioielli presso il nostro flagship store e il nostro sito eCommerce".
Sul fronte nuove proposte si segnalano gli ingressi di brand come Gérald Genta e Lederer, ma anche, nella gioielleria (an- ch’essa in crescita del 7,4%), della capsule prodotta con Emanuele Bicocchi. Anno di consolidamento invece in tema di nuove aperture. Il che non significa immobilismo. A inizio anno ha riaperto le porte il primo piano del flagship store di via Verri, a Milano, profondamente rinnovato, pochi giorni fa è toccato invece alla boutique Patek Philippe, anch’essa oggetto di un complesso lavoro di riprogettazione.
"Viviamo in simbiosi con Milano – racconta Pisa – e saldare la presenza nel Quadrilatero è stata una scelta vincente: in pochi metri quadrati passa un mondo intero. Il nostro sguardo, tuttavia, ha sempre saputo guardare oltre l’orizzonte, cogliendone opportunità preziose tanto per la clientela quanto per noi".
Fonte: Corriere della Sera - Economia