Forum AIPB, in Europa 29 mld di ricchezza finanziaria privata investibile, Italia ha un peso del 14% sul totale; le famiglie private sono 730 mila nuclei
I nuclei familiari privati contribuiscono al 36% della liquidità riallocabile, generando una quota più che proporzionale all'extra ricchezza (49%) e significativo alla crescita dei consumi e degli investimenti (71% entrambi)
Si è tenuta, presso la sede di Borsa Italiana, la XXI edizione del Forum AIPB (Associazione Italiana Private Banking) dal titolo "Savings & Investments Union: il ruolo del risparmio privato". L'evento annuale di riferimento del settore ha riunito, per la prima volta assieme, i vertici dell'industria finanziaria, assicurativa e del risparmio gestito, nonché importanti figure istituzionali europee ed italiane, per discutere di come canalizzare il risparmio privato europeo verso investimenti produttivi a sostegno dell'economia reale.
La sessione plenaria del Forum è stata aperta dall'intervento istituzionale di Lauro Panella (Economista, Membro del Gabinetto di Maria Luís Albuquerque, Commissaria europea per i Servizi Finanziari e l'Unione del Risparmio e degli Investimenti). A seguire, l'intervento di Andrea Ragaini, Presidente AIPB e Vice Direttore Generale Vicario di Banca Generali che ha parlato del ruolo dell'industria Private nel contesto della SIU. Maria Luisa Gota, Presidente Assogestioni e Chief of Asset Managment Division di Intesa Sanpaolo e Giovanni Liverani, Presidente ANIA si sono confrontati sulle prospettive della SIU nei rispettivi settori. Dante Roscini professore di Harvard Business School ha tenuto una lectio di scenario in cui ha analizzato il rapporto tra Usa ed Europa. Il keynote speech di Enrico Letta, Presidente Arel e Presidente dell'Istituto Jacques Delors ha chiuso la plenaria. Infine, una sessione di approfondimento ("L'industria del risparmio e della consulenza patrimoniale: nuove sfide e opportunità") con Loredana La Pace (Country Head Italia Goldman Sachs Asset Management), Giovanni Sandri (Country Head Italia e Head of Southern Europe Blackrock) e Cinzia Tagliabue (CEO Amundi Italia).
Transizione climatica, innovazione tecnologica e difesa comune sono le tre grandi direttrici su cui l'Europa costruirà la propria strategia di sviluppo. Obiettivi che, come evidenziato nel rapporto Draghi, richiedono investimenti aggiuntivi di 1.200 miliardi di euro l'anno e che necessitano del pieno coinvolgimento del risparmio privato. Per rispondere a questa esigenza, e superare due decenni di crescita debole, la Commissione Europea ha lanciato l'Unione del Risparmio e degli Investimenti (SIU).
Una risposta sistemica nata con un obiettivo preciso: trasformare il grande potenziale del risparmio privato, oggi non pienamente utilizzato, in un motore di sviluppo per l'economia reale, per costruire un mercato dei capitali unico, profondo e competitivo, capace di canalizzare in modo efficiente le risorse finanziarie verso investimenti produttivi, innovazione e sostenibilità.
L'Italia rappresenta un tassello essenziale di questo disegno. Con 4.000 miliardi di euro di ricchezza finanziaria investibile, il nostro Paese può mobilitare 233 miliardi di liquidità oggi inattiva sui conti correnti. Il Private Banking si candida a giocare un ruolo da protagonista: l'industria, che gestisce oggi oltre 1.350 miliardi di euro, potrebbe attivare da sola 85 miliardi, grazie alla sua capacità di indirizzare le famiglie verso investimenti di lungo termine. Un contributo decisivo, con importanti ricadute
sull'economia nazionale.
Il messaggio chiave emerso dal Forum è stato riassunto dal Presidente AIPB, Andrea Ragaini: "Con la Savings & Investment Union il risparmio privato viene posto al centro di una strategia volta a rafforzare autonomia, sovranità economica e competitività dell'Europa. In questo quadro, l'italia può e deve ricoprire un ruolo rilevante, in quanto rappresenta il 14% della ricchezza finanziaria delle famiglie europee. Il Centro Studi AIPB e Prometeia hanno stimato che un allineamento agli standard dei paesi finanziariamente più evoluti - Svezia, Danimarca, Finlandia, Belgio e Spagna - libererebbe fino a 233 miliardi di euro da riallocare, generando al 2040 154 miliardi di nuova ricchezza per le famiglie e un impatto positivo sul PIL di 0,31 punti percentuali. Le famiglie Private italiane, con un peso della liquidità riallocabile sul totale del 36%, possono generare uno stock di extra ricchezza pari al 49%, con un impatto molto significativo sulla crescita economica, pari a +0,21% pp del PIL (68% del totale). Un risultato reso possibile dalla capacità del modello di servizio Private di mobilitare rapidamente il risparmio della propria clientela verso investimenti produttivi. La SIU non si esaurisce nella capacità di mobilitare la liquidità delle famiglie, ma l'obiettivo ultimo è di indirizzare gli investimenti nei mercati europei. A questo fine l'Associazione propone due linee di intervento: una di carattere normativo e l'altra di natura fiscale ed economica. Le modifiche normative hanno come obiettivo quello di introdurre elementi di semplificazione per favorire investimenti di lungo periodo in economia reale europea, sia nei mercati pubblici che privati. Quelle fiscale riguardano agevolazioni per stimolare investimenti azionari europei a medio lungo termine".
Le cinque motivazioni strutturali che evidenziano la rilevanza della SIU La prima: un divario di crescita da colmare. Dal 2000 al 2024, il PIL americano è quasi triplicato, raggiungendo i 29 mila miliardi di dollari, mentre quello europeo è cresciuto solo di 1,4 volte. La radice del problema è qualitativa: mentre la crescita USA è trainata per il 56% da innovazione tecnologica e deregulation, in Europa il 73% dipende ancora da spesa pubblica e politiche monetarie espansive.
La seconda: un'allocazione del risparmio inefficiente. La divergenza tra USA ed Europa si riflette sul valore della ricchezza delle famiglie. Dal 2000, quella delle famiglie americane è cresciuta di 3,8 volte, contro le 2,7 volte di quella europea. Il freno è determinato da un'allocazione inefficiente dei portafogli: il 30% della ricchezza finanziaria europea è ferma in liquidità (contro l'11% negli USA), mentre la quota investita in azioni non supera il 4% (contro il 30% USA).
La terza: i risparmi europei finanziano la crescita fuori dall'Europa (soprattutto americana). Circa 300 miliardi di euro l'anno lasciano il continente per finanziare economie terze, come evidenziato nel Rapporto Letta. Questo deflusso è causato da mercati dei capitali europei ancora poco profondi e frammentati.
La quarta: la previdenza complementare è poco sviluppata. In Europa i fondi pensione valgono il 27% del PIL, contro il 147% degli USA®. Ciò è dovuto a un sistema di welfare pubblico storicamente generoso, ma oggi meno sostenibile, che ha ridotto la necessità di ricorrere a forme di previdenza privata.
La quinta: un'educazione finanziaria insufficiente. Solo il 41% della popolazione europea (37% in Italia) possiede adeguate conoscenze finanziarie, contro il 57% degli Stati Uniti? Un gap che limita la capacità delle famiglie di pianificare e investire.
Da queste cinque motivazioni derivano altrettanti obiettivi della SIU:
1. Favorire la crescita economica della UE;
2. Canalizzare i risparmi privati verso investimenti produttivi;
3. Creare un mercato dei capitali europeo più profondo, integrato e attrattivo;
4. Rafforzare il secondo e il terzo pilastro pensionistico;
5. Aumentare e uniformare il livello di educazione finanziaria all'interno della UE.
Questi cinque obiettivi possono essere raggiunti anche valorizzando il potenziale dei risparmi privati
europei ed italiani.
Le leve della SIU e gli impatti per l'Italia
Per restituire all'Europa un ruolo da protagonista, la SIU agisce su due leve fondamentali, che rappresentano i grandi punti di forza del continente: un'elevata propensione al risparmio (15% del reddito, il triplo degli USA, pari al 4,5%*), e un'importante ricchezza privata.
La ricchezza finanziaria investibile delle famiglie europee è pari a 29.000 miliardi di euro, ma il 41% (12.000 miliardi) è detenuta in liquidità ed è concentrata nei tre maggiori Paesi dell'Unione - Germania,
Francia e Italia - che insieme detengono il 59% della liquidità nei portafogli europei.
L'obiettivo principale della SIU è rimettere in moto il potenziale di crescita dell'Europa trasformando un'eccedenza di risparmio in investimenti produttivi. Per quantificare questo potenziale, simulazione della Commissione Europea® ha stimato l'impatto di una riallocazione di una parte della liquidità verso strumenti orientati alla crescita, come azioni e fondi comuni, sulla base di due scenari: nel primo, più conservativo perché prevede che tutti i Paesi raggiungano il livello della media europea, si trasferirebbero 330 miliardi di liquidità in investimenti produttivi, generando 232 miliardi aggiuntivi di nuova ricchezza al 2035; nel secondo scenario, più ambizioso perché allineato agli standard dei cinque Paesi più evoluti, il potenziale salirebbe a 1.938 miliardi con un effetto di nuova ricchezza di +1.336 miliardi.
Applicando le metriche della Commissione Europea, AIPB e Prometeia hanno analizzato la ricchezza finanziaria investibile delle famiglie italiane, pari a circa 4.000 miliardi di euro, stimando la quota di liquidità che potrebbe essere destinata a investimenti produttivi. Poiché l'Italia è oggi in linea con la media europea, raggiungere gli standard dei cinque Paesi europei più evoluti significherebbe generare fino a 233 miliardi di investimenti produttivi aggiuntivi.
L'impatto sul Paese al 2040 sarebbe rilevante: le famiglie italiane disporrebbero di 154 miliardi di ricchezza aggiuntiva che si tradurrebbe in un aumento dei consumi pari a 64 miliardi, maggiori investimenti per 25 miliardi e una crescita cumulata del PIL superiore dello 0,31%. Anche i conti pubblici ne beneficerebbero, con 34 miliardi di maggiori entrate fiscali e una riduzione di 3 punti percentuali del rapporto debito/PIL.
Un ruolo determinante per le famiglie Private e per il Private Banking
AIPB e Prometeia hanno analizzato la ricchezza finanziaria investibile delle famiglie private italiane (1.500 miliardi di euro), stimando che, pur avendo portafogli ampiamente diversificati, 85 miliardi di liquidità in eccesso potrebbero essere investiti in azioni globali. Si tratta di un'ipotesi di simulazione più ambiziosa rispetto a quella iniziale della Commissione Europea, legata al fatto che 85 miliardi rappresentano solo il 6,5% del portafoglio complessivo e il loro investimento porterebbe la quota di equity dei portafogli dal 29% al 35%, un valore in linea con quelli delle famiglie americane.
Le famiglie Private possono quindi avere un impatto molto rilevante: composte da 730.000 nuclei (3% del totale)
contribuiscono al 36% della liquidità riallocabile, generando una quota più che
proporzionale della ricchezza aggiuntiva pari a 76 miliardi di euro (49% del totale delle famiglie) e un contributo ancora maggiore (71%) alla crescita dei consumi (+45 miliardi) e degli investimenti (+18 miliardi) con un effetto cumulato sul PIL di 0,21 punti percentuali (68%) e maggiori entrate fiscali pari a 24 miliardi.
L'ipotesi di investimento più ambiziosa in azioni globali si basa sul fatto che le famiglie Private sono seguite da 17.000 Private Banker attraverso un modello di servizio centrato sul cliente, che offre una consulenza evoluta sull'intero patrimonio con il supporto di team di specialisti. È un modello fondato sulla relazione diretta - in media 13 incontri all'anno - e sulla fiducia, ampiamente riconosciuta dalla clientela: il 94% si fida della propria banca, il 92% è soddisfatto del proprio Private Banker e il 91% dichiara di aver accresciuto le proprie competenze finanziarie.
Il successo del modello di servizio emerge anche dalla crescita costante degli asset in gestione, aumentati in media del 7,2% all'anno dal 2007. Le previsioni indicano un'ulteriore espansione: entro fine 2025 le masse del Private Banking dovrebbero raggiungere 1.355 miliardi di euro (+7,8% rispetto al 2024, con +5,9% da raccolta netta e +1,9% da effetto mercato), per arrivare a 1.513 miliardi nel 2027, spinte dalla maggiore richiesta di consulenza integrata e dalla partecipazione crescente a investimenti di lungo periodo.
Per raggiungere pienamente gli obiettivi della SIU non basta agire sugli investitori: è necessario intervenire anche sulle imprese. Poiché il 30% delle masse gestite dal Private Banking appartiene a clienti imprenditori, il settore può svolgere un ruolo chiave nell'aiutare le aziende a passare da una visione operativa a una più strategica della propria crescita. Le PMI italiane finanziano la propria crescita soprattutto con risorse interne (44%) o con credito bancario (39%), mentre il ricorso al capitale di rischio resta molto basso, anche per una conoscenza limitata degli strumenti di finanza alternativa13.
Il Private Banking può accompagnare gli imprenditori verso il mercato dei capitali europeo, aiutandoli a rafforzare la propria cultura finanziaria. L'81% degli imprenditori, infatti, dichiara di aver migliorato le proprie competenze grazie al confronto con il proprio banker, acquisendo maggiore consapevolezza sulle opportunità offerte dal mercato dei capitali.
Due proposte AIPB per mobilitare la liquidità orientandola verso i mercati finanziari europei
La SIU non riguarda solo la capacità di mobilitare la liquidità accumulata dalle famiglie europee. L'Unione europea deve anche creare un ecosistema competitivo, in grado di offrire ai risparmiatori e agli investitori condizioni di investimento solide, trasparenti e allineate a quelle dei principali mercati globali.
Per rendere questo processo più rapido ed efficace, AIPB ha individuato due priorità d'intervento: una sul piano normativo e l'altra su quello fiscale e degli incentivi.
Sul piano normativo, l'Associazione propone interventi per favorire gli investimenti in economia reale di lungo termine: da un lato, una revisione delle regole prudenziali (come Solvency Il) per consentire agli investitori istituzionali di impegnarsi maggiormente in asset produttivi e sostenibili; dall'altro, l'introduzione di una categoria intermedia di investitori tra professionale e retail che, con il supporto di una consulenza qualificata, possano accedere ad un'ampia gamma di strumenti di investimento in economia reale, oggi in larga parte riservati agli investitori professionali;
Sul piano fiscale, AIPB propone misure che incentivino gli investimenti di lungo periodo e la stabilità del capitale. Tra queste, una modulazione delle aliquote su redditi di capitale e plusvalenze in base alla durata dell'investimento.
In aggiunta alle proposte normative e fiscali, AIPB apre una riflessione su un tema innovativo denominato '"Euro Cashback": chi sceglie di finanziare progetti privati per infrastrutture strategiche europee (transizione energetica, digitale e difesa), riceverebbe un credito immediato del 30% dell'importo investito, sotto forma di voucher o token digitale finanziato da debito comune europeo. La novità principale è che almeno metà di questo "Euro Cashback" dovrebbe essere reinvestita in azioni di PMI quotate nel Paese di residenza dell'investitore, generando così un doppio vantaggio: più capitali privati per i progetti europei e più risorse per le imprese nazionali. questo modo la SIU non si limiterebbe a mobilitare la liquidità, ma creerebbe un legame stabile tra risparmio e produttività, trattenendo la ricchezza all'interno dell'Unione.