Morti sul lavoro, Lombardia entra in zona bianca, si registra il -19,8% rispetto al 2024; incidenza di mortalità inferiore alla media nazionale
Mauro Rossato (Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega): "in Lombardia 97 morti sul lavoro in soli 8 mesi restano un numero drammatico ma il numero in calo della mortalità ci dice che qualcosa si sta muovendo nella giusta direzione"
La situazioni Cremona, Lecco e Brescia si confermano ancora in zona rossa, con incidenze di mortalità che risultano superiori rispetto alla media del Paese. Al contrario, la regione passa dalla zona gialla alla zona bianca, con un rischio di morte al di sotto della media nazionale. Milano prima in regione per vittime totali e maglia nera anche per decessi in occasione di lavoro.
Il commento ai dati aggiornati al mese di agosto 2025
“Novantasette morti sul lavoro in Lombardia in soli otto mesi restano un numero drammatico, che non può lasciarci indifferenti. Ma il decremento della mortalità del 19,8% rispetto allo scorso anno ci dice che qualcosa si sta muovendo nella giusta direzione. La Lombardia, pur restando la regione con il maggior numero di vittime in valore assoluto, mostra oggi un’incidenza di mortalità tra le più basse d’Italia. Infatti, alla fine di agosto, passa dalla zona gialla alla zona bianca: un dato che conferma quanto sia fondamentale continuare a promuovere la cultura della sicurezza e la consapevolezza del rischio in ogni ambito lavorativo.” Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, presenta così l’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti sui dati relativi alla Lombardia.
Il rischio di morte in Lombardia, provincia per provincia, a fine agosto 2025
Per individuare le aree più fragili d’Italia e della regione sul fronte della sicurezza sul lavoro, L'osservatorio mestrino elabora una mappatura del rischio rispetto all’incidenza di mortalità.
La zona bianca, in cui si trova la Lombardia, è quella che raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro più bassa a livello nazionale. A fine agosto 2025, dunque, il rischio di infortunio mortale in Lombardia (15,0 morti per milione di occupati) risulta essere molto al di sotto della media nazionale pari a 20,6.
Per quanto riguarda le incidenze, in Lombardia emergono tre province in zona rossa: Cremona (44,5), Lecco (27,8) e Brescia (27,0). Seguono in zona gialla: Como (19,0) Bergamo (18,1) e Mantova (16,4). Infine, in zona bianca: Sondrio (13,7), Milano (10,4), Lodi (10,1), Monza Brianza (10,0), Varese (5,1) e Pavia (4,2).
A fine agosto 2025, la Lombardia conta 97 decessi totali, in diminuzione rispetto ai 121 dello scorso anno (-19,8%). Tra questi, 68 si sono verificati in occasione di lavoro (18 in meno rispetto al 2024) e 29 in itinere (6 in meno dello scorso anno). Purtroppo, nonostante il decremento, la Lombardia resta la regione con il numero più alto di vittime, sia totali che in occasione di lavoro.
Milano, prima provincia della regione per decessi e infortuni totali
Il maggior numero di decessi totali è stato registrato in provincia di Milano (26). Seguono: Brescia (18), Bergamo (17), Cremona (9), Como (6), Lecco, Pavia, Mantova e Monza Brianza (4), Varese (3), Sondrio e Lodi (1).
Milano è anche in cima alla graduatoria degli infortuni mortali in occasione di lavoro, con 16 vittime. Seguono: Brescia (15), Bergamo (9), Cremona (7), Como (5), Lecco e Monza Brianza (4), Mantova (3), Varese (2), Pavia, Lodi e Sondrio (1).
È sempre la provincia di Milano a far registrare il maggior numero di denunce totali di infortunio (23.621), seguita da: Brescia (10.160), Bergamo (8.089), Varese (6.305), Monza Brianza (4.848), Como (3.475), Mantova (3.101), Pavia (3.016), Cremona (2.888), Lecco (2.204), Lodi (1.536) e Sondrio (1.419).
Denunce di infortunio totali in calo anche a fine agosto 2025
Anche alla fine di agosto 2025 le denunce di infortunio totali diminuiscono lievemente rispetto al 2024, passando da 71.894 a 70.662.
Infortuni per genere e nazionalità
Da gennaio ad agosto 2025, sono 25.421 le denunce di infortunio delle donne lavoratrici (19.620 in occasione di lavoro) e 45.241 quelle degli uomini (38.632 in occasione di lavoro). Mentre sono 10 le donne che hanno perso la vita, 5 in occasione di lavoro e 5 in itinere.
Le denunce dei lavoratori stranieri sono 18.739 su 70.662 (quasi 1 su 4), di queste 15.474 sono quelle registrate in occasione di lavoro. Infine, sono 19 i lavoratori stranieri deceduti su un totale di 97; di questi, 12 hanno perso la vita in occasione di lavoro e 7 in itinere.
Il settore più colpito è l'attività manifatturiera
Le Attività Manifatturiere, alla fine dei primi otto mesi del 2025, sono in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (9.916). Seguono: Trasporto e Magazzinaggio (4.231), Commercio (3.902), Sanità (3.777) e Costruzioni (3.762).
Cos'è l'incidenza degli infortuni
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.
La zonizzazione dell'osservatorio sicurezza e ambiente Vega
La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:
- Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale.
- Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale.
- Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale.
- Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale.