Mobilità stradale in Italia: +3,5% nei consumi di carburante e +2,9% di CO₂ in 5 anni; Italia a rischio “ricarbonizzazione”
Nel 2024 oltre 520 miliardi di veicoli*km percorsi e 47 milioni di mezzi in circolazione; Il primo rapporto dell’Osservatorio SUNRISE lancia l’allarme: senza interventi strutturali, il settore non raggiungerà gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030
Il trasporto su strada sta vivendo una fase di “ricarbonizzazione”. Tra il 2019 e il 2024, i consumi combinati di benzina e gasolio sono aumentati del 3,5%, con un corrispondente incremento delle emissioni di CO₂ pari al 2,9%. Secondo le stime tendenziali, questo trend potrebbe persistere anche nei prossimi anni, soprattutto nello scenario più pessimistico di evoluzione del settore.
È questa una delle evidenze più significative contenute nel primo rapporto dell’Osservatorio SUNRISE, promosso da MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, e presentato oggi a Milano nella sede di Assolombarda. Coordinato dal professor Ennio Cascetta, lo studio è frutto della collaborazione tra istituzioni, enti accademici e partner industriali – Almaviva, Autostrade per l’Italia, Cassa Depositi e Prestiti, Eni, Fondazione Filippo Caracciolo dell’ACI e Iveco Group – e propone un’analisi inedita della composizione reale del trasporto su strada in Italia, con uno sguardo sia sull’attuale impatto ambientale, sia sulle prospettive al 2030 e 2035.
Uno degli elementi di maggiore discontinuità rispetto alle analisi precedenti riguarda la fotografia reale del parco veicolare circolante e delle effettive percorrenze sulle diverse tipologie di strada, che nel passato erano stimate con metodologie parziali e con risultati spesso contraddittori. Attraverso una solida metodologia multi-fonte, si è stimato che nel 2024 sono stati effettuati viaggi per circa 520 miliardi di veicoli*km, di questi circa 415 miliardi da auto, oltre 56 miliardi da furgoni, circa 30 da mezzi pesanti e la restante parte da motocicli ed autobus.
Inoltre, emerge come siano circa 47 milioni i veicoli effettivamente in circolazione (tra quelli italiani e stranieri), un dato sensibilmente minore rispetto a quello del parco complessivo: l’analisi stima infatti che il 12% delle automobili e il 32% dei motocicli registrati al Pubblico Registro Automobilistico non circolano.
Anche la composizione per classe EURO di emissione del circolante è molto diversa da quella “ufficiale” degli immatricolati. I veicoli più vecchi che circolano sono solo una frazione di quelli immatricolati e percorrono pochissimi chilometri all’anno. Infatti solo il 10% dei chilometri percorsi ogni anno è effettuato da veicoli più vecchi di 20 anni.
L’Osservatorio SUNRISE evidenzia, inoltre, la necessità di aggiornare le stime sulle emissioni di NOx e PM del parco auto circolante. Le valutazioni tradizionali attribuivano al traffico il 57% delle emissioni di NOx e il 14% di PM2.5, ma i nuovi dati mostrano una prevalenza di veicoli Euro 6 e la crescita di ibridi ed elettrici, con impatti ambientali molto più ridotti. Di conseguenza, le quote imputate al trasporto stradale potrebbero essere significativamente inferiori rispetto al passato, portando a una rivalutazione del ruolo del settore nelle emissioni locali e a politiche più precise per migliorare la qualità dell’aria urbana.
Lo studio sottolinea che il peso influisce in maniera significativa sulle emissioni, soprattutto nei veicoli a combustione interna, mentre il mercato dell’ auto sta andando nella direzione di un minor rinnovo del parco auto, dell’aumento dei prezzi e un notevole aumento dei pesi. Tuttavia, l’incidenza del peso sui consumi si riduce nei veicoli elettrici, che grazie alla rigenerazione dell’energia in fase di frenata riescono a compensare, in parte, l’effetto dell’aumento di peso. Un SUV elettrico, ad esempio, risulta meno impattante – in proporzione – rispetto a un SUV a benzina o diesel. Resta il fatto che l’aumento generalizzato della massa media dei veicoli in circolazione, dovuto alla crescente popolarità dei SUV, contribuisce a peggiorare l’efficienza complessiva del sistema.
L’Osservatorio dedica ampio spazio allo studio degli scenari futuri, con proiezioni al 2030 e oltre. Le analisi considerano diverse ipotesi evolutive, dalle più ottimistiche alle più pessimistiche, per riflettere l’incertezza che caratterizza la transizione energetica e tecnologica del settore, oltre all’andamento della economia e agli effetti delle politiche di decarbonizzazione in corso. Il quadro che emerge è chiaro: con le politiche attuali, l’Italia non riuscirà a raggiungere i target fissati dal pacchetto europeo “FIT for 55”. Negli scenari più favorevoli, la riduzione del traffico stradale rispetto al 2024 si attesterebbe attorno al 6%. In quelli meno favorevoli, si registrerebbe un aumento del 7%. In entrambi i casi, il peso emissivo del trasporto merci – in particolare dei mezzi pesanti – tende ad aumentare, poiché le tecnologie alternative come l’elettrico e l’idrogeno stanno appena muovendo i primi passi in questo segmento. Analogamente le emissioni di CO2 si ridurrebbero del -10% (scenario basso) o del - 24% (scenario alto) rispetto ai valori del 2005 (anno di riferimento della direttiva europea), contro il 43% previsto per il 2030 dal pacchetto “FIT for 55”.
Nonostante lo scenario descritto, il rapporto individua percorsi di intervento concreti e misure potenzialmente efficaci per accelerare la transizione soprattutto nel breve e medio periodo. Tra queste: la diffusione dei biocarburanti, soprattutto per il trasporto pesante; la promozione di stili di guida sostenibili e dell’eco-driving; la riduzione del fenomeno del gigantismo automobilistico attraverso incentivi al ridimensionamento del parco veicolare; e l’ottimizzazione dei carichi soprattutto per i veicoli commerciali leggeri.
In presenza di un’azione integrata e addizionale alle politiche già in corso e al riconoscimento della neutralità tecnologica e delle emissioni di CO2 sull’intero ciclo WTW (dal pozzo alla ruota) il sistema dei trasporti su strada potrebbe non solo avvicinarsi agli obiettivi di decarbonizzazione, ma addirittura superare gli obiettivi, con benefici anche in termini di qualità dell’aria.
“SUNRISE fornisce dati molto interessanti e spesso inediti sul trasporto stradale in Italia e sul suo contributo alle emissioni inquinanti. Emerge un quadro nuovo, con un minor peso dei veicoli più vecchi rispetto alle informazioni precedenti. Il trasporto merci, furgoni e camion, incide molto sulle emissioni e l’incidenza è destinata a crescere nel futuro di breve e medio termine. La ricerca continua con tutti i partner e il prossimo report prevede aggiornamenti e nuovi dati, oltre a una indagine sui comportamenti di acquisto e uso dell’auto degli italiani”, ha commentato il professor Ennio Cascetta, Coordinatore dell’Osservatorio.
“Gli Osservatori di MOST sono uno strumento che, a partire dai dati e da metodologie di analisi trasparenti e condivise, mette a disposizione informazioni oggettive per orientare con maggiore consapevolezza le politiche e le strategie sulla mobilità del futuro”, ha dichiarato Ferruccio Resta, Presidente di MOST. “Per questo, desidero ringraziare i nostri soci dell’Osservatorio SUNRISE e i partner accademici, le cui competenze scientifiche e capacità operative hanno reso possibile un contributo di altissimo livello a beneficio del Sistema Paese, frutto di un’alleanza pubblico-privata solida e autorevole”.