Luce e gas, dal 1° gennaio 2026 al via il cambio di fornitore in 24 ore: ecco come funziona il nuovo "switching" e le tempistiche
Ad occuparsi del processo di semplificazione è l’ARERA. Secondo la direttiva, “la durata totale della procedura di cambio del fornitore non dovrebbe superare le tre settimane a partire dalla richiesta da parte del consumatore"
Si avvicina alla conclusione l’iter normativo che, a partire dal 1° gennaio 2026, consentirà agli utenti italiani di cambiare fornitore di luce e gas in sole 24 ore. La procedura, che in gergo tecnico viene definita “switching”, al momento richiede ancora tempi piuttosto lunghi (circa un mese).
Ad occuparsi del processo di semplificazione è l’ARERA (l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) che ne sta implementando le fasi finali, al fine di adeguare la prassi vigente alle disposizione del Dl 210/2021 che, a sua volta, recepisce una norma comunitaria. La direttiva UE 2019/244, infatti, stabilisce che, grazie alla disponibilità di nuove tecnologie e risorse digitali, entro il 2026 dovrebbe essere possibile completare la procedura di cambio fornitore “entro 24 ore, in qualsiasi giorno lavorativo” mentre gli “altri passaggi della procedura di cambio fornitore devono essere ultimati prima dell'avvio della corrispondente procedura tecnica”. In tal modo, secondo la direttiva, “la durata totale della procedura di cambio del fornitore non dovrebbe superare le tre settimane a partire dalla richiesta da parte del consumatore”.
L’esito delle consultazioni ARERA
Ad inizio anno, l’ARERA ha avviato una fase di consultazione che ha coinvolto in tutto 16 soggetti, di cui 5 associazioni di operatori del mercato, 2 associazioni di consumatori, 8 operatori di mercato e Terna, come si legge nella documento di consultazione pubblicato il 25 marzo scorso dall’Agenzia.
Nel documento sono riportati gli orientamenti generali emersi a seguito delle consultazioni; l’ARERA sottolinea che la riforma “è stata condivisa nella sua impostazione e nei suoi obiettivi e apprezzata sia dalle imprese e loro associazioni che dalle associazioni dei consumatori”. Allo stesso tempo, è stato osservato che essa potrebbe “determinare anche modifiche sostanziali negli attuali assetti e dinamiche di mercato, oltre che nella gestione dei clienti”.
Tra gli aspetti potenzialmente critici, l’accento è stato posto sia sul cosiddetto “turismo energetico” sia sull’eventuale diffusione dell’auto-switching. Nel primo caso, si tratta di un fenomeno per cui lo stesso utente cambia spesso fornitore allo scopo di non pagare l’energia utilizzata. Nel secondo, invece, si tratterebbe dell’emergere di provider che favoriscono gli utenti interessati ad intercettare le offerte più convenienti. Secondo l’ARERA, questo meccanismo potrebbe spingere il mercato verso “una impostazione di tipo quasi borsistico”, in cui la competizione tra fornitori “potrebbe finire per disorientare il consumatore anziché portare benefici”.
I primi orientamenti: le proposte su possibili vincoli
Dalle consultazioni di cui sopra, l’ARERA ha estrapolato una serie di “orientamenti”, ossia proposte o soluzioni che potrebbero essere incluse all’interno del provvedimento che regola in maniera definitiva la semplificazione delle operazioni di switching.
L’Agenzia, infatti, aveva annunciato già per luglio la definizione di “regole funzionali alla gestione del nuovo processo di cambio fornitore”. In relazione alle preoccupazioni circa il ‘turismo energetico’ e la possibile evoluzione in senso speculativo del mercato, invece, ha registrato diverse richieste di “valutare l’introduzione di un limite massimo al numero di switching che possono essere richiesti in ciascun anno con riferimento a ciascun cliente oppure anche misure volte a vincolare una richiesta di switching in 24 ore al versamento di un deposito cauzionale”. Un altro aspetto portato all’attenzione dell’Agenzia è quello della revisione del Sistema Indennitario per la gestione della morosità residua in caso di passaggio ad un nuovo fornitore.
L’importanza del ‘nuovo’ switching
La direttiva europea si pone come obiettivo quello di promuovere una sana concorrenza di mercato. Da questo punto di vista, la contrazione dei tempi tecnici necessari a formalizzare il passaggio da un fornitore all’altro potrà avere un impatto notevole sul mercato italiano, che rappresenta un contesto tanto dinamico quanto competitivo.
Per avere un’idea di quale potrebbe essere la portata di un ‘nuovo’ switching semplificato, basta fare riferimento ai dati pubblicati proprio dall’ARERA a gennaio scorso, all’interno del “Monitoraggio sull’evoluzione dei mercati”. L’agenzia rileva come, tra gennaio e settembre 2024, i clienti domestici del mercato elettrico hanno “cambiato fornitore ad un ritmo piuttosto elevato”, rispetto a quello degli anni precedenti, facendo registrare percentuali prossime al 20%.
Tra i fattori che spingono più di frequente gli utenti a valutare la possibilità di passare ad un altro fornitore vi è certamente il desiderio (o l’esigenza) di risparmiare. L’energia elettrica in Italia viene scambiata a prezzi particolarmente elevati - tra i più alti in Europa - dovuti sia al ‘peso’ dei costi accessori sia alla composizione del mix energetico, ancora fortemente sbilanciato dalla parte del gas. In attesa valutare in concreto gli effetti degli accordi commerciali con gli USA e la concomitante interruzione delle importazioni di gas dalla Russia, i consumatori sembrano palesare una crescente preferenza per offerte commerciali in grado di garantire la maggiore stabilità possibile. In altre parole, un numero sempre più elevato di utenti predilige soluzioni che presentino costi stabili sul breve e medio termine.
È questo l’obiettivo, tra gli altri, di Reset Energia, un nuovo player di mercato che fa parte di un gruppo industriale indipendente più grande. L’azienda offre un servizio di fornitura in abbonamento, a canone mensile fisso: una quota ‘tutto incluso’ in cui rientrano oneri di trasporto e gestione del contatore, oneri generali di sistema, imposte e IVA. L’importo del canone varia a seconda della fascia di consumo (una certa quantità di energia ‘spendibile’ su base mensile) scelta dall’utente; per maggiori dettagli è possibile consultare la pagina dedicata alle offerte luce casa sul sito di Reset.
Questo modello ricalca la recente evoluzione del mercato energetico italiano, che dopo la fine del regime tutelato ha fatto registrare un deciso cambio di orientamento da parte dei consumatori. Dal già citato monitoraggio dell’ARERA, infatti, emerge come nel 2024, il 63% del campione statistico (tra i clienti in uscita dal regime di Maggior Tutela) abbia scelto offerte con struttura di prezzo fisso. Inoltre, si legge, “il 71,4% dei clienti del campione che hanno rinegoziato offerte nel mercato libero col proprio fornitore hanno scelto un’offerta a prezzo fisso”. Entrambi i dati fotografano una netta inversione di tendenza rispetto al 2023, anno in cui, fa sapere l’agenzia, “la quasi totalità dei clienti del campione ha scelto un’offerta di mercato libero con struttura di prezzo variabile”. Appare evidente, quindi, come gli utenti vogliano mettersi al riparo dalle fluttuazioni del mercato e dalle frequenti oscillazioni del prezzo dell’elettricità, dovute perlopiù all’andamento incostante di quello del gas.