Milleri (Delfin): "Apprezziamo l'approccio di Nagel nel trasformare Mediobanca, ma nessun giudizio sull'Ops su Banca Generali, mancano dettagli concreti"
L'intervento di Francesco Milleri, presidente di Delfin e EssilorLuxottica: "Se l'Ops non avrà un vincitore né un vinto, la accoglieremo positivamente; non ho ancora parlato con Donnet e aspettiamo indicazioni dal board di Generali per capire se approveranno il deal"
Francesco Milleri, presidente di Delfin e EssilorLuxottica, a margine dell'assemblea del colosso dell'occhialeria tenutasi a Parigi, ha dichiarato:
"L'Ops di Mediobanca su Banca Generali? È difficile esprimere un giudizio, mancano dettagli concreti. Come Delfin siamo coinvolti in entrambe le parti, Mediobanca e Generali, con un investimento più o meno simile. Gradiremmo che questo tipo di operazioni non avessero né un vinto né un vincitore", ha dichiarato. Delfin, infatti, è azionista sia di Mediobanca (19,8%) che di Generali (9,9%). Secondo il presidente, l'operazione potrebbe avere un impatto positivo per entrambe le società.
Parlando della posizione di Generali, ha aggiunto: "Non ho sentito alcun tipo di indicazione, né su come reagisce il board e non ho ancora parlato con l'ad Philippe Donnet. Quando capiremo dal board della compagnia se approva questo deal e se ci dirà cosa vuol fare con queste azioni, potremo esprimere un giudizio informato". Per quanto riguarda la visione industriale, Milleri ha sottolineato che quella di Mediobanca è la più chiara da comprendere: "Nagel alcune cose le già fatte, sta cambiando la forma della banca. Forse è stato un po' spinto, ma questo compito spetta agli azionisti finanziari che vogliono migliorare la performance delle società. Lui sta cercando di cambiare il ruolo di Mediobanca, c'è da apprezzarlo. Poi se questa operazione è giusta, lo vedremo quando avremo i dettagli".
In merito all'assemblea di Mediobanca prevista per il 16 giugno, Delfin non ha ancora preso una decisione. Per quanto riguarda la partecipazione del 2,7% in Unicredit, Milleri ha spiegato che sono in corso valutazioni: "Noi, anche se in forma particolare, siamo gestori e non siamo azionisti. Quindi abbiamo un approccio da buon padre di famiglia. In tre anni il portafoglio di Delfin ha generato una plusvalenza infinita e quindi la prudenza dice che a un certo punto dovremo vendere e non rimpiangere", ha aggiunto.
Nel frattempo, a seguito della fusione nel 2019 tra Luxottica ed Essilor, il gruppo dell'occhialeria ha visto quasi raddoppiare (+93%) la propria capitalizzazione, passando da €59 miliardi a €115 miliardi, con un incremento del fatturato del 52,4% (da €17,3 miliardi nel 2019 a €26,5 miliardi nell'esercizio 2024). L'utile netto di Essilux è cresciuto del 61,1% (da €1,9 miliardi a €3,1 miliardi) in cinque anni, con un aumento del 57% dell'utile operativo. Il primo dividendo distribuito, relativo all'esercizio 2018, era di €2,04, mentre quello approvato nell'assemblea di ieri ammonta a €3,95.
EssilorLuxottica si sta evolvendo sempre più come una realtà tecnologica. "Presto non ci sarà bisogno del telefono cellulare. Le nostre montature vi lasceranno le mani libere e uniranno i sensi, la vista e l'udito, dando la possibilità di gestire la vita quotidiana", ha concluso Milleri.