Changes Unipol-Ipsos, condotta ricerca secondo cui per il 90% degli italiani i conflitti vanno risolti con la diplomazia

La popolazione è divisa a metà tra pragmatici nel ricorso alle armi (44%) e convinti pacifisti (43%), emerge uno scontro tra generazioni con la Gen Z che si mostra più interventista (8%) e i Boomer antimilitaristi (53%)

Una nuova ricerca Changes Unipol, elaborata da Ipsos, rileva le reazioni e le opinioni degli italiani in merito alla guerra, alla pace, ai conflitti in corso e alla Difesa nazionale. Uno studio condotto in un momento storico scosso dai conflitti Russo-Ucraino e Israelo-Palestinese.

Spaccatura tra pacifisti e "pragmatici della guerra", tra la Gen Z interventista e i Boomer antimilitaristi 

Gli italiani si dimostrano sostanzialmente spaccati su posizioni diverse: da un lato, il 44% degli italiani definibili “pragmatici della guerra”, per i quali la posizione da assumere dipende dal tipo di conflitto o di intervento in questione; dall’altro, un 43% di coloro che si dichiarano “sempre pacifisti”, a prescindere dalle circostanze. Su posizioni “sempre interventiste” è invece appena il 4%, mentre c’è un 9% che preferisce non rispondere.

Dalla ricerca emerge come, anche in base all’età e alle generazioni, cambino i punti di vista degli italiani sulla possibilità di intervenire o meno in un conflitto. I Boomer (61-79 anni) si dimostrano quelli più pacifisti, con oltre 1 su 2 a ripudiare qualsiasi forma di guerra (53%). Al contrario, la Gen Z (16-28 anni) è la generazione meno pacifista, con un 37%, seguita dai Millennials (40%, 29-44 anni) e Gen X (44%, 45-60 anni).

In pratica, più aumenta la differenza di età, più cresce la distanza tra le opinioni. E così anche per quanto riguarda gli interventisti, con l’8% della Gen Z disposto al conflitto, quindi il 4% dei Millennials, il 3% della Gen X ed appena un 1% tra i Boomer. Le generazioni intermedie si caratterizzano per essere più pragmatiche, con il 45% dei Millennials e il 46% della Gen X a voler prima valutare il tipo di conflitto o intervento per prendere una posizione.

Interessante notare come invece la posizione di Gen Z e Boomer si avvicini in tema di reintroduzione della leva obbligatoria: in questo caso, la Gen Z è la meno favorevole con il 52% dei contrari, seguita dal 50% dei Boomer. Rispettivamente con il 45% e 42% i Millennials e la Gen X evidenziano, ancora una volta, maggiore pragmatismo. Sul tema, l’istantanea nazionale complessiva evidenzia come quasi 1 italiano su 2 (46%) sia contrario e il 38% favorevole.

Tra idealismo e fatalismo, lo spirito pacifista italiano emerge anche nella convinzione che qualsiasi guerra sia da evitare(64%), al quale si contrappone 1 italiano su 10 (il 9%) più fatalista, convinto che la guerra sia a volte un male inevitabile e necessario. Anche in questo caso, lo spaccato generazionale evidenzia crescenti distanze, con la Gen Z più fatalista di tutte (15%) e i Boomer dal lato opposto al 6%.

Diplomazia per risolvere i conflitti: la soluzione che convince tutti  

Gli italiani non hanno dubbi, per il 90% di loro la soluzione ideale per risolvere un conflitto è quella diplomatica: in particolare, un 52% vede favorevolmente anche la mediazione e l’intervento di Paesi terzi, mentre per il 38% a sedersi al tavolo del dialogo dovrebbero essere solo le parti direttamente coinvolte. Per contro, appena 1 italiano su 10 è per la guerra ad oltranza finché non emerge un vincitore sul “campo”.

Emerge, anche in questo caso, una decisa preponderanza per la soluzione diplomatica tra i Boomer con un 97% di preferenze che cala invece all’86% per quanto riguarda la Gen Z, generazione poi più propensa al verdetto del “campo di battaglia” a decretare vincitori e sconfitti, con il 14% dei rispondenti.

Tra i conflitti in corso é la guerra tra Russia e Ucraina a preoccupare maggiormente gli italiani  

A caratterizzare gli ultimi anni sono purtroppo i venti di guerra che soffiano soprattutto dall’est Europa e dal Medio Oriente. È il conflitto Russo-Ucraino ad intimorire maggiormente gli italiani, con oltre 3 su 4 (77%) a dichiararsi preoccupato. 1 italiano su 4 (il 25%) ha invece bassi timori per quanto riguarda la guerra di Gaza.

Anche in questo caso, la soglia di preoccupazione aumenta con il crescere dell’età, passando dal 72% della Gen Z all’87% dei Boomer per quanto riguarda la guerra in Ucraina e dal 64% all’81% per quanto riguarda il conflitto Israelo-Palestinese.

Ma cosa spaventa maggiormente gli italiani? Il 38% è parimenti preoccupato sia dal rischio che vengano utilizzate armi nucleari, sia dalle conseguenze umanitarie (flussi migratori, carestie, malattie, povertà, ecc…), mentre il 37% dal possibile allargamento del conflitto con conseguente coinvolgimento dell’Occidente e dell’Italia. Tra i vari pericoli, è il rischio di attacchi hacker a destare meno preoccupazioni (12%).

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, l’intervento di Trump potrebbe essere risolutivo per oltre 1 italiano su 3 (31%). Una convinzione che aumenta sensibilmente per quanto riguarda i Boomer, con quasi 1 su 2 (il 46%) che credono alla fine del conflitto col nuovo Presidente USA e cala drasticamente per la Gen Z, con il 24%.

Spese militari e creazione di un esercito europeo: Italia divisa

Se quasi 4 italiani su 10 (il 37%) apprezzano il ruolo che ha assunto l’Italia quale mediatore e pacificatore nei recenti conflitti, maggiori spaccature si evidenziano per quanto riguarda il tema delle spese militari.

Il 30% degli italiani ritiene, infatti, troppo alta la spesa sostenuta sia attualmente sia in prospettiva futura, mentre il 28% la ritiene adeguata e meno di 2 italiani su 10 (il 18%) sono invece favorevoli ad un aumento. Per il resto, il 24% degli italiani ammette di non saper valutare la questione.

In materia di riarmo, è molto dibattuto a livello europeo negli ultimi mesi il tema dell’aumento al 3% del PIL della spesa militare, sia per il nostro Paese sia per quelli UE. A tal proposito, le posizioni diventano più marcate, con il 48% degli italiani contrario ed il 29% favorevole.

Una forbice che, a livello generazionale, si assottiglia molto per quanto riguarda la Gen Z andando addirittura a ribaltare le preferenze nazionali: il 39% è infatti favorevole ed il 36% contrario. Punto di vista radicalmente opposto è quello dei Boomer, con appena il 22% favorevole e quasi 6 su 10 contrari (58%).

Anche la possibile creazione di un esercito europeo divide gli italiani: se il 41% è favorevole, il 37% si dichiara invece contrario. Su questo tema sembrano però convergere maggiormente le idee di Gen Z e Boomer con, rispettivamente, il 40%e 44% (percentuale più alta registrata) favorevole ed il 37% e 34% contrario. In assoluto, sono i Millennials quelli ad osteggiarne maggiormente la creazione, con oltre 4 su 10 contrari (il 42%).